Parla chiaro la relazione semestrale fatta dalla DIA: le provincie di Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona sono caratterizzate da una certa vivacità economica presente nelle piccole e medie imprese. E’ in queste realtà che si intensificano gli affari delle organizzazioni criminali che investono in attività di riciclaggio, usura e reimpiego del denaro. Le operazioni a volte avvengono viceversa, sarebbero le imprese a rivolgersi ai clan, vista l’ingente disponibilità di denaro, per ottenere forme di credito più immediato, acquisendo un vantaggio competitivo sul mercato a dispetto delle regole di libera concorrenza. A tutto questo si aggiunge la persistente crisi, che consente alle organizzazioni di “rilevare a basso costo imprese in difficoltà e di poter intercettare le risorse pubbliche in arrivo nel territorio”. Era il 13 dicembre 2022 quando nel corso dell’operazione congiunta tra Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza di Brescia, denominata “Ritorno”, venivano eseguite misure cautelari a 13 soggetti ritenuti a vario titolo responsabili di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati di natura tributaria e in materia di lavoro. Si conferma quindi la sua crescente 'globalizzazione', dall’altro, prosegue nella colonizzazione di permeabili tessuti socio-produttivi, controllandone l’economia ed estendendo progressivamente le sue proiezioni in tutto il territorio nazionale ed anche all’estero. Sebbene nel periodo in esame la conflittualità tra le cosche appaia sostanzialmente sopita, la‘Ndrangheta è comunque pienamente operativa e costituisce una minaccia costante. In tale quadro, persistenti risultano anche i suoi tentativi d’infiltrazione negli appalti pubblici ed il monopolio mantenuto nel narcotraffico.