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L'ATO CAMUNO MUOVE I PRIMI PASSI

Dopo anni di attesa, l'autonomia nella gestione del ciclo idrico integrato in Valle Camonica è realtà. La legge 4/2023 di Regione Lombardia approvata in consiglio regionale il 31 ottobre scorso – trascorsi i termini di legge – non è stata impugnata dal Governo e quindi da oggi l'ATO di Valle Camonica può muovere i suoi primi passi. L'ambito territoriale omogeneo comprende i 40 comuni della Valle: 20 di questi gestiscono il ciclo idrico in regime di salvaguardia – cioé in autonomia ma con le regole dettate da ARERA e dall'ATO provinciale – altri dieci hanno conferito il servizo ad Acque Bresciane ed altrettanti si sono affidati alla SIV società creata ad hoc già da anni. Prima che l'ATO camuno possa essere operativo passeranno alcuni mesi: ora, infatti, è necessario adempiere ad alcuni obblighi di legge. Il primo sarà la redazione del piano finanziario – che dovrà essere realizzato da istituti competenti e quindi dovrà essere approvato dalla giunta regionale. Successivamente dovrà essere affidato l'incarico per la gestione ad una società competente. In Valle, come detto, esiste già la SIV la società idrica Valle Camonica partecipata dai comuni nata proprio per gestire il ciclo idrico nella Valle dell'Oglio. Quella dell'approvazione della legge che istituisce l'ATO camuno (gli ATO generalmente coincidono con le province) è stata una vittoria per gli amministratori camuni che hanno combattuto a lungo per questo risultato e che erano presenti in molti al consiglio regionale che ne ha decretato la nascita. Non era scontato, infatti che la Regione, dopo che il Governo Draghi aveva impugnato la legge del 2022 in merito, ci riprovasse. Gli amministratori camuni hanno di nuovo chiesto aiuto ed ora il risultato è sotto gli occhi di tutti. Il primo ad esprimere la sua soddisfazione è stato il consigliere regionale presidente della commissione bilancio Davide Caparini e insieme a lui il presidente della SIV Corrado Tomasi che aveva guidato la delegazione camuna al Pirellone il giorno dell'approvazione della nuova legge. Ora anche i comuni dovranno fare le loro scelte, soprattutto quelli che hanno affidato la gestione ad Acque Bresciane che potrà continuare a seguirli ma con le tariffe dettate dall'Ato Camuno
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