Pratiche e rapporti sessuali per entrare a far parte del nuovo nucleo familiare allargato, come una sorta di rito di iniziazione. Secondo la magistratura è quanto sarebbe avvenuto in una casa familia di Berzo Inferiore, una realtà sociale protetta nata per accogliere minori in difficoltà sottratti alle famiglie d'origine. Accusati di violenza sessuale nei confronti di alcune ragazzine – quasi tutte adolescenti – pare almeno sette, i due figli di età fra i 25 e i 30 anni, del titolare della casa famiglia che ora sono stati rinviati a giudizio. Per uno di loro, quello che avrebbe il ruolo principale nella vicenda, era scattata già da tempo una misura cautelare e non si poteva avvicinare alla comunità. Il dibattimento, dopo l'udienza preliminare delle scorse settimane, comincerà proprio in queste ore. Le indagini sarebbero partite dopo che una delle ragazzine accolte dalla casa famiglia, una bimba di 11 anni, avrebbe detto alla madre quanto le era successo. La donna, allarmata, ha quindi sporto denuncia ai carabinieri che hanno avviato indagini ed approfondimenti. E così il cerchio si è allargato. Dopo mesi di indagini, effettuate ascoltando le ospiti che nel corso degli anni sono passate dalla casa, gli inquirenti avrebbeero messo in luce un quadro inquietante. Innanzitutto pare che le violenze non siano un fatto isolato ma che riguardino almeno sette della giovani ospiti. Dalle testimonianze sarebbe emerso che fra le ragazze circolava la voce che proprio di una sorta di rito di iniziazione, cioè offire ai due ragazzi prestazioni. Se qualcuno si ribellava veniva minacciata e fatta tacere. Gli episodi che la magistratura contesta ai due giovani si sarebbero consumati fra il 2006 e il 2013 e, come detto, avrebbero cinvolto sette ragazze.