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783 IN CALO IL TERZIARIO OROBICO
Meno occupati in negozi, ristoranti, centri commerciali e nel comparto turistico, così come in mense e per pulizie. La flessione è registrata attraverso i propri iscritti dalla FILCAMS-CGIL di Bergamo. A Bergamo e provincia la forza lavoro nel corso del 2014 ha segnato una flessione di oltre il 6%.Sul nostro territorio loccupazione nel terziario è costantemente diminuita negli ultimi anni ha osservato Mario Colleoni, segretario generale provinciale della FILCAMS-CGIL locale. Nellultimo trimestre del 2014 il calo è pari ad un punto percentuale (rispetto allo stesso periodo dellanno precedente). Le vendite nel settore alimentare tradizionale hanno segno negativo, il calo è pari al 3% , così come nel comparto dei prodotti non alimentari ( 1,9%). In prospettiva continua Colleoni, la ripresa del nostro settore è strettamente legata alle dinamiche previste per la ripresa dei consumi, ad oggi estremamente debole. I consumi risentono delle perdite di reddito disponibile, a causa della debolezza del mercato del lavoro e delle retribuzioni. La capacità di accantonare risparmio messa in atto dalle famiglie, che ha permesso una tenuta dei consumi fino a poco tempo fa, sta sempre più venendo meno. È vitale prevedere misure incisive a sostegno dei consumi e degli investimenti. Oggi, il mondo del terziario si trova dinanzi ad un bivio sostiene Colleoni. È necessario decidere se limitarsi ad essere semplice bacino di compensazione verso il basso per un'occupazione che nell'industria non c'è più, o costituire il tessuto di intelligenza collettiva capace di accompagnare il capitalismo manifatturiero all'economia della conoscenza (ad esempio nel campo dei servizi alle imprese, frutto di investimenti sempre più necessari in innovazione e ricerca): per questo ci sembra indispensabile valutare come si possa affiancare al terziario classico un terziario avanzato che possa stimolare loccupazione anche a livello territoriale. Oggi dobbiamo decidere se superare o no il varco che si trova dinanzi a noi. Farlo è necessario e non sarà un problema solo economico. Perché il tema di una produttività stagnante nel terziario è anche più grave che nell'industria: se è qui che molti posti di lavoro si potranno creare, lindecisione e limmobilità di fronte alle scelte a breve termine trascineranno ancor più verso il basso i redditi, i consumi e danneggeranno le future prospettive dei lavoratori.
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