Aziende che fanno fatica a pagare gli stipendi, una crisi che investe il settore dal 2008 e che non accenna a diminuire e che negli ultimi sette anni ha fatto perdere il 50% dei posti di lavoro è una ripartenza che è più difficile che in altri settori perché si è costruito troppo e perché c'è troppo invenduto. Gli edili nell'anno, il 2015, che molti assicurano sarà quello dell'avvio della ripresa, fanno ancora molta fatica. Le situazioni difficili sono molte anche sul nostro territorio a partire dalla Sacci di Tavernola per cui le organizzazioni sindacali hanno ancora molte preoccupazioni. Il rischio è che se la procedura in atto sulla ristrutturazione del debito non fosse accolto dal tribunale si potrebbero aprire scenari molto complicati premi lavoratori. Le cose, come detto non vanno meglio a livello generale e ripartire e più complicato che in altri settori anche se le strade da percorrere ci sarebbero ma hanno bisogno di finanziamenti e neppure il jobs act in questo momento dà una mano a rivolvere i problemi, perchè dicono le organizzazioni sindacali non è tagliando i diritti che si dà lavoro. CALANO I LICENZIAMENTI502 metalmeccanici licenziati lo scorso mese di marzo in Lombardia. Si parla soprattutto di addetti nella media e piccola impresa. I dati, ancora una volta, sono diffusi dalla FIOM CGIL Lombardia che tiene monitorato l'andamento del comporto con grande attenzione. E anche se la cifra dei licenziamenti delle tute blu nel mese di marzo 2015 è decisamente inferiore rispetto allo scorso anno (502 contro 689) i numeri restano ancora molto preoccupanti. Soprattutto se si analizzano i dati della mobilità negli ultimi tre mesi rispetto allo scorso anno. Nonostante il calo dei licenziamenti su base mensile, infatti, da gennaio a marzo ci sono stati 2100 lavoratori metallurgici messi in mobilità contro i 1213 del 2014. I conti sono presto fatti sono quasi mille lavoratori del settore metalmeccanico in più che hanno perso il lavoro rispetto allo stesso periodo di un anno fa. NON E' TEMPO DI RIPRESACerto il primo dato che balza all'attenzione è la diminuzione su scala mensile, nel mese di marzo, della messa in mobilità delle tute blu che però resta molto alta nella provincia di Milano, che fa la parte del leone all'interno di questa torta (321 esuberi). Diminuzioni significative generalizzate in altri territori: Varese (22), Monza Brianza (23), Lecco (5). A Bergamo la quota si è più che dimezzata alla luce dei 31 licenziamenti registrati. Quasi stabile nel raffronto anno su anno il dato di Brescia (19 licenziamenti), Mantova (46) e Cremona (26), Pavia (4). “Per quanto riguarda marzo rimane considerevole il numero dei lavoratori licenziati – sottolinea Mirco Rota, segretario generale della FIOM Cgil Lombardia - e se si considera il periodo gennaio-marzo 2015 si rimane abbondantemente sopra il dato dell'analogo periodo del 2014”. Questi numeri, quindi, analizzati molto attentamente ci mostrano un dato positivo per il marzo 2015, ma se analizzati su scala più ampia – conclude Rota - non rendono reale un'inversione di tendenza rispetto alla ripresa delle assunzioni e se dovesse continuare questa tendenza anche per questo 2015 si raggiungerebbe un numero particolarmente elevato di licenziamenti”.