Venerdì 19 giugno è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto che trasferisce gli organici della Polizia provinciale di Brescia alla Polizia locale. I sindacati parlano di un “pasticcio e norma scellerata” e nella giornata odierna hanno organizzato un presidio nazionale iniziato alle 10.00 davanti alla Camera dei deputati a Roma. Il tema della manifestazione è principalmente legato alla richiesta di un profondo ripensamento della norma all'atto della sua con versione. L’unico aspetto positivo del decreto sarebbe la riduzione dei costi, ma secondo le organizzazioni sindacali di categoria c'è il rischio di una grande confusione e di sovrapposizioni di ruoli o addirittura di vuoto di organico su chi dovrà occuparsi di ambiente, della materia ittico-venatoria e dell'antibracconaggio da sempre appannaggio degli uomini della Polizia provinciale specializzati nel settore, di cui le polizie locali non potranno occuparsi. Con questa soluzione i Comuni non potranno più assumere personale per i loro organici di polizia municipale, a parte casi particolari. Attualmente per Brescia la Polizia provinciale che fa capo al Broletto conta su 80 agenti, già ridotti di alcune unità rispetto a inizio anno. Come alternativa, i sindacati hanno chiesto di mettere insieme il Corpo Forestale e la Polizia provinciale per una forza unica in tema ambientale. Ma questa ipotesi è già stata respinta. Ridotto praticamente a zero il servizio di pattugliamento stradale, ora rimane l'ultimo baluardo che riguarda appunto caccia, pesca e ambiente, soprattutto per le vallate bresciane dove gli uomini della Polizia provinciale sono rimasti il baluardo attivo contro i reati ambientali ed il bracconaggio. Ma per fare questo serve una notevole mobilità sul territorio ed un'autonomia di esercizio che, una volta ridotta all'ambito dei Comuni o alle loro unioni, vedrebbe decisamente ridotto anche l'intervento di prevenzione e repressione dei reati nel settore della caccia e della pesca su tutto il territorio.