I social network. Un mondo infinito di amicizie, di fotografie, di informazioni, di dibattiti. Una rete mondiale che avvicina le persone e che ha dato a tutti il potere di fare critica, di informare, di esprimere la propria opinione. Un occhio attento su tutto ciò che accade nel mondo ma anche un “Grande Fratello” che permette a tutti di mettere in vetrina la propria vita e di lasciarsi spiare dall'esterno. Sui social network sono soprattutto le fotografie a parlare. A spopolare sono i selfie che ci ritraggono in situazioni particolari, che semplicemente raccontano chi siamo o di che umore siamo. La voglia di condividere i nostri pensieri e il nostro stato d'animo con tanti amici, ci spinge a condividere anche altri aspetti della nostra vita privata che in un attimo, diventa pubblica. Fotografie che pensiamo essere solo nostre, diventano di tutti. Non solo nel senso che in molti le possono vedere, ma nel senso che chiunque può scaricarle. E purtroppo dietro alcuni profili si nascondono malintenzionati che non aspettano altro di vedere pubblicate le fotografie dei minori. A mettere in guardia per l'ennesima volta i genitori, una ricerca della Australian's new Children's eSafety, l'organismo australiano che ha il compito di monitorare la sicurezza dei minori online. La ricerca è stata svolta in collaborazione con le forze di polizia, studiando le foto sequestrate nell'ambito di indagini contro la pedofilia sul web.  45 milioni di immagini di bambini anche molto piccoli sono state studiate. E' risultato che nel 50% dei casi si trattava di milioni di immagini di bambini che svolgono le normali attività quotidiane. Foto assolutamente innocenti che ritraggono momenti di gioia ma che espongono i minori a pericoli che non vanno sottovalutati. Fotografie innocue nei dossier dei pedofili vengono sessualizzate con commenti irriferibili. La commissione australiana per questo lancia un avvertimento a tutte le mamme e ai papà:  Le foto possono essere trafugate da un profilo nei social e poi vendute. Una volte condivise, se ne perde il destino. Il minimo è postarla in un contesto privato utilizzando gli strumenti che il social comunque ha messo a disposizione per proteggere la privacy. LOTTA AL CYBERBULLISMOPrendono il via mercoledì 7 ottobre a Bergamo e lunedì 12 ottobre a Treviglio ore 14.30-17.30, i corsi di formazione sui temi del cyberbullismo per i docenti delle scuole bergamasche e genitori in rappresentanza delle associazioni e dei comitati.  La proposta formativa viene organizzata dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia in collaborazione con la Polizia Postale e delle Comunicazioni e con il Co.re.com, in attuazione delle “Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo” emanate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.  Il percorso si articola in tre incontri di tre ore ciascuno, a cura rispettivamente della Polizia Postale e delle Comunicazioni, dell’Ufficio Minori e del Co.re.com Lombardia. L’obiettivo è fornire alle scuole gli strumenti per attivare poi percorsi di sensibilizzazione e prevenzione destinati agli studenti. Le diverse forme di cyberbullismo richiedono un adeguato approfondimento, affinché le scuole possano attivare efficaci percorsi formativi per i ragazzi, finalizzati sia alla prevenzione e al contrasto dell’uso inadeguato e prevaricante della rete e in particolare dei social network, sia all’utilizzo consapevole, competente, corretto di strumenti che rappresentano preziose risorse in termini di comunicazione, apprendimento e costruzione di positive relazioni.