La lettera di licenziamento è in arrivo. I 10 dipendenti della fallita Montecampione Impianti Spa, passati insieme alla gestione degli impianti alla Montecampione SKI Area, di fronte alla mancanza di liquidità della società misto pubblico e privata, tornano in carico al curatore fallimentare che ha annunciato di dover procedere al licenziamento immediato. Per i 10 lavoratori, tutti di Artogne e Piancamuno, si tratta di una doccia gelata. All'incertezza sul futuro del comprensorio sciistico sono abituati ma sono stati i primi a non mollare anche davanti alle difficoltà. Qualcuno lavora sugli impianti da ben 35 anni. Ora però sembrano non esserci più soluzioni. L'azione di ricapitalizzazione effettuata mesi fa dagli enti pubblici, con 250 mila euro messi dal BIM di Valle Camonica, azionista di maggioranza della Montecampione Ski Area, non sono bastati. Hanno permesso di arrivare fino ad oggi, ma l'assenza di altri investitori impedisce alla società di proseguire con il contratto di affitto, scaduto il 31 luglio, e soprattutto di perseguire l'obiettivo finale dell'acquisto degli impianti. Il curatore fallimentare sarà così costretto ad indire un'altra gara per la gestione o vendita degli impianti della fallita Montecampione Impianti Spa. Nel frattempo i lavoratori non possono essere lasciati in stand by, perchè costerebbero. Da qui la decisione di procedere al licenziamento. Durante l'assemblea di questo giovedì mattina alla Fisascat Cisl Brescia- Valle Camonica, nella sede di Darfo, il sindacato ha annunciato che farà di tutto per far sì che i dieci lavoratori coinvolti abbiano la priorità in un'eventuale futura soluzione che permetterà di tentere aperti gli impianti. Questo venerdì mattina alle 11.0 in piazzaetta a Montecampione, i soci della Montecamione Ski Area (il BIM è il socio di maggioranza con il 51% delle quote), si riuniranno per decidere se porre in liquidazione la società oppure se ricapitalizzarla. Ma per i lavoratori la prospettiva non cambia.