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1368 LA GRANDE DONNA DELLA PREGHIERA
Se n'è andata nel silenzio e nella discrezione, così come era vissuta, Caterina Baisini, da tutti conosciuta come Rina e dai tantissimi nipoti coma la zia Rina di Erbanno di Darfo dove era nata il 27 settembre 1919: tra pochi giorni avrebbe tagliato dunque il traguardo dei 97 anni. Si è spenta serenamente e con la coscienza di aver fatto tutto quanto poteva per gli altri, per la Chiesa, per la pace, aiutando sempre tutto e tutti con la sua instancabile fame e sete di preghiera. Il 27 dicembre 1947 sposa Angelo Damiola che morirà prematuramente nel 1976; nel 1968 un incidente stradale le cambia radicalmente la vita e Rina si dedica totalmente a Dio. Nel 1972 i due sposi, Rina e Angelo, acquistano una vecchia casa a Sommaprada di Lozio che mettono a disposizione gratuita di famiglie bisognose. Dal 1972, sempre in collaborazione col marito, diventa responsabile dellOratorio e del Gruppo Neocatecumenale di Erbanno. Fonda, oltre al centro Anziani, il Gruppo di Preghiera Maria Immacolata che da allora si riunisce ogni martedì presso la sua casa. Presto i due coniugi maturano lidea di fondare un luogo di spiritualità e danno vita, nella casa di Sommaprada, alla Casa della Sapienza, che attualmente dispone di 250 posti letto, una Chiesa, un refettorio, una cucina e sale per conferenze. In seguito la struttura diventa Fondazione, senza fini di lucro, specificatamente denominata Casa della Sapienza Angelo Damiola e Caterina Baisini, con lo scopo di promuovere e testimoniare la visione spirituale della vita organizzando ritiri spirituali, seminari di studio, corsi di aggiornamento e altro. Nel corso di questi decenni la Casa della Sapienza ha ospitato i maggiori rappresentanti di fede e i più importanti personaggi carismatici di ogni parte del mondo. Rina ha avuto colloqui con tutti, ha ascoltato tutti, ha pregato con tutti e per tutti. Per ogni problema trovava sempre la soluzione: in ginocchio, davanti al tabernacolo, nelle lunghe ore di meditazione e adorazione. Sembrava instancabile: dalla chiesa alla cucina, dal ricevimento dei pellegrini all'ascolto delle lunghe lezioni (come le chiamava) tenute da molti uomini e donne di fede. Di lei molti conoscono alcuni particolari aspetti della vita: ma tutti assieme, questi aspetti creano un grande affresco che si basa su una solida fede, una speciale venerazione per la Madonna ed una capacità di umanizzare alla luce della fede ogni rapporto, ogni racconto, ogni storia, ogni confidenza. Non si stupiva mai di nulla, nel bene come nel male: semplicemente la sua vita era totalmente affidata alla mani di Dio, come continuava a ripetere testimoniandolo dal vivo. Rina lascia un grande solco di bene, generosità, impegno e testimonianza: in tanti, che hanno potuto incontrarla, ora sanno che hanno un testimone importante da raccogliere.
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