Da più parti in questi ultimi giorni si parla molto di meningite e di casi che in Italia sono stati diagnosticati, come se si trattasse di un aumento statistico e dunque di un allarme. In realtà, dice un documento statistico del ministero della salute, non è assolutamente così. Ecco allora qualche semplice nozione in più per evitare di crearsi e creare inutili allarmismi. La meningite è una grave malattia dovuta all'infiammazione delle meningi, le membrane che rivestono il cervello, con gravi conseguenze sulla salute della persona. La meningite può essere provocata sia da batteri sia da virus, quella più temibile è quella batterica dovuta principalmente a tre germi: emofilo tipo B, pneumococco, meningococco. Le forme di meningite dovute a virus sono generalmente a decorso benigno. La gravità della meningite batterica è più elevata in età pediatrica. Sintomi principali della meningite sono febbre, nausea, vomito e irritazione delle membrane meningee che il paziente avverte come una forma di rigidezza dei muscoli nucali. Tipici segni collaterali sono anche la diminuzione dello stato di coscienza, con senso di torpore, battito cardiaco rallentato ed episodi convulsivi. Linfezione si diffonde per via aerea e di solito viene trasmessa per contatto diretto (o tramite goccioline infette) da un portatore sano. È più raro che linfezione sia contratta direttamente da un soggetto ammalato, che di solito è isolato dal contatto con altre persone. Il periodo di incubazione va solitamente da 1 a 7 giorni. Oltre alle generiche misure preventive, come quella di ridurre ed evitare il sovraffollamento, l'unica misura veramente sicura ed efficace è la vaccinazione. Oggi esistono tre tipi di vaccinazione: quella contro l'emofilo dell'influenza di tipo B, raccomandata ed eseguita a tutti i bambini nel 3°, 5° e 11° mese: in Italia oltre l'80% dei bambini ne sono vaccinati. Vi è poi la vaccinazione contro lo pneumococco pneumoniae, il cui vaccino è raccomandabile sempre al 3°, 5° e 11° mese ed per i pazienti a rischio di infezione delle vie respiratorie con gravi conseguenze. Infine vi è la vaccinazione antimeningococco del ceppo C, il più frequente ed il più aggressivo, che attualmente viene fornita gratuitamente e proposta al 13° mese di vita ed in età adolescenziale fino al 18° anno, età nella quale il vaccino è ancora gratuito. Successivamente dovrà essere prescritto da uno pneumologo o da un pediatra o da un infettivologo. La fascia più a rischio di infezione da uno dei tre ceppi è quella al di sotto dei 5 anni e tra i 15 ed i 20 anni di età. Possono essere a rischio anche persone adulte con patologie croniche polmonari e cardiologiche, oltre ad altre patologie gravi.
