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TROPPI CAPRIOLI FERITI DALLE FALCIATRICI

Dall’inizio dell’anno a oggi sono giunti al Centro di recupero animali selvatici del Wwf di Valpredina per essere curati 1.124 animali selvatici, dei quali 515 (45,8%) erano «orfani», purtroppo alcune volte sottratti ai genitori senza motivo (il 41% svezzati e già rimessi in libertà), 157 (per lo più uccelli e pipistrelli) erano stati feriti da cani e gatti, 452 (40,2%) feriti per traumi d’impatto contro veicoli, vetrate o cavi, per avvelenamento o intossicazione, debilitati e disidratati, ma anche per traumi per ferita d’arma da fuoco. Si può ben dire che non c’è pausa estiva all’ospedale degli animali selvatici di Cenate Sopra, anzi in questo periodo gli operatori sono particolarmente impegnati per preparare le condizioni idonee alla liberazione, dopo le cure, soprattutto di avifauna. Dopo i 20 ricci trovati in difficoltà e affidati alle cure e già rimessi in natura, a giugno e luglio, coincidenti con la fine del periodo riproduttivo da parte della fauna selvatica, i pullus pulcini recuperati da cittadini e portati al Cras sono stati il 78,6% del totale e provenivano dalla caduta da nidi o per ritrovamento nelle tane. A tale proposito gli operatori del Cras ricordano che nidi e tane, secondo le norme vigenti, non possono essere toccati né è possibile disturbare gli animali durante la nidificazione. «Pur essendo diminuito il numero dei ricoveri di cuccioli di capriolo, tuttavia la maggior parte dei casi riscontrati – riferisce il responsabile del Centro Matteo Mauri - presentavano gravi traumi causati dalle falciatrici durante il taglio dell’erba. Queste operazioni – in particolare quando eseguite nei prati ai margini dei boschi, vanno effettuate lentamente ponendo attenzione alla presenza di questi i animali». Luglio è stato il mese delle liberazioni in natura degli animali selvatici. Infatti, dopo il percorso di svezzamento, allenamento in volo nelle voliere, inanellamento e rilievo dei dati biometrici da parte degli operatori dell’Ispra, sono stati liberati 51 esemplari tra civette, gheppi, allocchi e altri a Bergamo, Brescia e Lecco. Nei primi dieci giorni di agosto sono stati liberati altri nove esemplari.
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