I giorni di silenzio e di non-notizie nuove non sono giorni inattivi per gli inquirenti al lavoro sul caso di Laura Ziliani, la 54enne ex-vigilessa di Temù, attualmente impiegata al comune di Roncadelle scomparsa dalla prima mattina di sabato 8 maggio dal paese dell'alta Vallecamonica dove si era recata nella casa di famiglia in via Ballardini, per trascorrere il fine settimana. Da quel momento di lei non si sono più avute notizie. Dopo un'ampia campagna di ricerca effettuata con tutti i migliori criteri attuali, che ha visto impegnati complessivamente oltre 250 professionisti e volontari, con elicotteri, droni, cani molecolari e metal detector, le indagini, coordinate dalla pm Katy Bressanelli, si erano apparentemente fermate, ma poi si è visto che così non è stato. Anzi: in silenzio e con continuità i Carabineri del Comando di Breno con i Ris, i Carabinieri forestali, specialisti dell'Esercito, hanno continuato le indagini a Temù e nelle zone circostanti, cercando il corpo di Laura Ziliani. Questo martedì i Carabinieri della scientifica sono stati nella casa in centro al paese; altri sono stati visti salire nei boschi della zona, forse per cercare qualche indizio,. Dai vari “si dice” che si sentono con sempre maggior frequenza da più parti, pare che siano stati sentiti alcuni negozianti della zona per capire se i famigliari di Laura avessero fatto degli acquisti nelle ore precedenti alla scomparsa. Nella casa di via Balardini nel pieno centro storico i Carabinieri, dopo aver isolato la zona, avrebbero fatto abbattere un muro del seminterrato, zona nella quale era stato trovato il telefonino della donna già nelle prime ore della sua scomparsa. Il telefono era spento dalla sera di venerdì 7 maggio: ma Laura lo aveva sempre con sé, così come l'orologio con segnalatore satellitare. Da qualche giorno la pm Bressanelli ha messo sotto indagine la figlia maggiore e la minore di Laura Ziliani e il fidanzato della prima: alcune incongruenze avevano portato a iscriverli nel registro degli indagati.