RIBELLE, MARTIRE E SANTO

Teresio Olivelli, nato a Bellagio il 7 gennaio 1916, morto come martire nel carcere di Hersbruck in Baviera il 17 gennaio 1945 a seguito delle percosse ricevute dai suoi aguzzini, per aver difeso, con il suo corpo, un altro carcerato, oggi Beato della Chiesa cattolica, è stato certamente una delle figure più luminose di un cristianesimo puro, animato dalla carità senza limiti e dall'anelito di libertà, giustizia ed equità. Il suo principale biografo, in bresciano Anselmo Palini, ne traccia la figura splendida di giovane innamorato della montagna e della libertà, nel libro “Ribelle per amore”, preso dalla preghiera del Ribelle scritta da Olivelli. Il libro viene presentato in comunità attente e sensibili, come accaduto anche in questi giorno a Cogno dove l'attiva biblioteca cura il rapporto con scrittori dal carisma speciale, su argomenti altrettanto speciali. Il concetto di “ribelle” può apparire stridente con il concetto di chi cerca la pace: interessante è come Oilivelli sia riuscito a coniugare le due cose. Il 16 giugno 2017 papa Francesco ha dato il proprio assenso alla promulgazione del decreto con cui Teresio Olivelli poteva essere dichiarato martire. La beatificazione è stata celebrata il 3 febbraio 2018, presso il Palasport di Vigevano. Numerose sono scuole e istituti che si sono ispirati alla figura di un giovane considerato in grande ascesa politica e intellettuale, quale era Olivelli, che scrisse, a proposito dei suoi compagni deportati nei lager “Non possa lasciarli soli: vado con loro”.

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