CONSULENTE BERGAMASCO DENUNCIATO PER TRUFFA

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Il deus ex machina della truffa sarebbe stato un consulente bergamasco. E' finito nei guai, insieme a un collega trevisano e ad un avvocato romano, nell'ambito di un'indagine della guardia di finanza di Treviso. I tre sarebbero i responsabili di un raggiro ai danni di due imprenditori altoatesini proprietari di un hotel in provincia di Bolzano, in difficoltà finanziarie. I tre avevano promesso loro l’ottenimento di un prestito obbligazionario di 4 milioni di euro. Le indagini sono partite proprio dalla denuncia dei due imprenditori truffati. Pagato per la consulenza, infatti, il prestito non sarebbe mai arrivato. Le fiamme gialle hanno quindi ricostruito la truffa: a proporre "l'affare" ai due imprenditori bolzanini sarebbe stato proprio il consulente bergamasco. I due, per rivolvere i problemi finanziari delle loro società, gli disse, avrebbero potuto accedere ad un finanziamento per così dire alternativo. Avrebbero potuto ottenere un prestito obbligazionario di 4 milioni di euro da collocare sul mercato privato statunitense - tramite un fondo da lui rappresentato. I due hanno quindi firmato un mandato di consulenza e versato 140 mila euro su un conto corrente rumeno; tuttavia, nonostante il pagamento della consulenza, il prestito obbligazionario non è stato mai emesso. Successivamente, per continuare il raggiro gli stessi indagati hanno fatto sottoscrivere alle vittime un “addendum al contratto di mandato di consulenza”, con il quale un’altra impresa, poi dichiarata fallita, sostituiva la società rumena, liberandola da qualsiasi obbligo contrattuale nei confronti dell’hotel altoatesino. Sono state le indagini dei finanzieri del Gruppo di Treviso a dimostrare che il denaro accreditato alla società rumena, dopo pochi giorni, era finito nella disponibilità dei tre indagati – un advisor finanziario trevigiano, un avvocato romano e il consulente bergamasco che sono stati denunciati, quindi, in concorso, per truffa, aggravata dal danno di rilevante entità e dall’abuso di prestazione d’opera. Per gli altri due complici l'autorità giudiziaria, a conclusione delle indagini, e dopo che hanno riparato il danno ha chiesto e ottenuto l'archiviazione, mentre il consulente bergamasco dovrà rispondere dei reati contestati.

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