FIORI E POESIE PER SARA

Il portone del palazzo di via Nazionale 124 a Costa Volpino, teatro sabato notte dell'efferato omicidio di Sara Centelleghe oggi è chiuso. Quasi una richiesta di silenzio. In paese la vita prosegue come ogni giorno, ma c'è un ombra. La stessa ombra che dovranno svelare gli inquirenti e che risponde a una domanda: perché. Jashandeep Badhan, il coetaneo di Sara che l'ha colpita più volte con un paio di forbici, dice che non conosce neppure lui la risposta. Ma il GIP glielo richiederà fra qualche ora quando sarà sottoposto all'interrogatorio di garanzia. Si attende anche l'autopsia sul corpo di Sara. Solo dopo i familiari potranno riavere la salma e fissare la data dei funerali. Intanto il comune di Costa Volpino, raccogliendo le sollecitazioni della gente sta organizzando per mercoledì sera un momento e di riflessione, un ricordo di Sara che ha avuto un preludio domenica sera con un lancio di palloncini organizzato da alcune donne fuori dalla casa dove la 19enne abitava con la madre. Non c'è più la concitazione di sabato, ora i contorni della vicenda sono molto chiari. Jashandeep Badhan ha ucciso Sara con un paio di forbici trovate a casa sua. Per gli inquirenti il quadro di quanto accaduto poco dopo l'una di sabato notte è chiaro. E' stato chiarito nel giro di poche ore dopo che la macchina dei soccorsi è entrata in azione allertata dai vicini di casa che hanno trovato l'amica 17enne di Sara sul pianerottolo che chiedeva aiuto. Avrebbbe dormito da lei quella notte. Attorno all'una l'ha lasciata sola per scendere a prendersi una bibita ad un distributore automatico. Quando è risalita l'ha trovata in un lago di sangue, probabilmente già morta. Sono infatti stati inutili i tentativi del vicino e dei sanitari arrivati in posto successivamente di rianimarla. Per trovare l'assassino è bastato ai carabinieri della compagnia di Clusone guidati dal tenente Maurizio Guadalupi e agli uomini dell'Arma giunti dal comando provincia di Bergamo seguire le orme dei piedi insanguinati sulle scale che scendevano fino ai garages dove il ragazzo ha lasciato i vestiti sporchi prima di rimettersi a dormire. Era ancora a letto quando i carabinieri hanno suonato alla porta dell'appartamento di via Wortley, a quattro passi da via Nazionale, dove vive con i genitori e due fratelli più piccoli. Poi lo hanno interrogato a lungo in caserma a Costa Volpino dove ad una certo punto è crollato e ha confessato. Ora, come detto, per delineare il quadro giudiziario più chiaramente manca il movente dell'omicidio che, secondo gli inquirenti sarebbe scaturito da un gesto d'impeto.

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