Occhio alla truffa del finto CEO

E soltanto uno degli ultimi casi all’attenzione della Polizia Postale di Bergamo. Alcuni “ladri digitali” sono riusciti a spillare a un’azienda del territorio circa 17 mila euro, convincendo senza fatica un’impiegata a predisporre un bonifico. In che modo vi chiederete? All’impiegata che si occupa di predisporre pagamenti arrivava una mail con la richiesta di un bonifico urgente. Soldi per un fornitore, si specificava. L’indirizzo mail replicava quasi perfettamente quello del capo d’azienda: il nome era lo stesso, solo l’url era fasullo ma era stato oscurato dai cybercriminali. L’impiegata, spinta dal senso di urgenza, ha obbedito all’ordine senza porsi troppi domande. E lo ha fatto anche in occasione di un secondo bonifico, dove l’importo richiesto dai truffatori era ancora più alto: 45 mila euro. Fortuna vuole che il titolare, quello vero si sia accorto, chiedento informazioni all’impiegata che a sua volta ha risposto dicendo che era stato lui a chiederle di pagare i fornitori. Una volta intuita la truffa, l’imprenditore bergamasco ha cercato di bloccare entrambi i bonifici: per il primo, da 17 mila euro, non c’è stato nulla da fare, mentre per il secondo, da ben 45 mila euro, l’operazione è andata a buon fine. I cybercriminali avrebbero invitato a connettersi con il Ceo per una riunione online. Attraverso l’intelligenza artificiale, i truffatori avrebbero perfettamente ricreato l’immagine e la voce dell’amministratore delegato dell’azienda chiedendo all’impiegato di predisporre alcuni bonifici. Praticamente un caso di ‘deepfake’, come era successo qualche mese fa anche all’oncologo e farmacologo Silvio Garattini, la cui immagine e voce fu utilizzata per pubblicizzare sui social improbabili gel contro l’artrite. Un’azienda del nord Italia, sarebbe stata truffata di recente per centinaia di migliaia di euro.

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