Riccardo ucciso per un chiarimento?
Al momento la rissa non è contestata: l’unico indagato nel fascicolo del pm Guido Schininà è Jacopo De Simone, che deve rispondere di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Vittima, ricordiamo, Riccardo Claris, ucciso con una coltellata in via Ghirardelli a Bergamo, all’una della notte tra sabato e domenica. La ricostruzione accusatoria vuole che gli screzi tra i gruppi all’interno del Reef Cafè di Borgo Santa Caterina, siano cominciati per questioni da stadio tra l’interista De Simone e l’atalantino vittima. Lo stesso presunto omicida avrebbe confidato di aver intonato un coro provocatorio ma a bassa voce. All’improvviso nel locale fa ingresso il gruppo di De Simone, una decina di giovani, con fare provocatorio. Spostato con un braccio uno dei presenti, il gruppo si atteggiava da sbruffoni, provocando, come raccontato da alcuni di loro. ”Sorrisi e offese pesanti, anche nei confronti delle nostre madri”. Ad un certo punto uno di loro ha tentato di uscire con una bottiglia di liquore in strada. Si vedeva che non era animato dalle migliori intenzioni. Il titolare del bar gliela strappava di mano perché è proibito portare fuori bicchieri o bottiglie di vetro. Il proprietario li invitava poi ad andarsene. Il gruppetto di De Simone si dirigeva verso l’appartamento del 18enne in via dei Ghirardelli. Qui, secondo le testimonianze raccolte il presunto omicida e gli altri quattro si sarebbero rifugiati per timore dei rivali. All’appello mancava il fratello gemello di Jacopo e la fidanzata. Jacopo e la mamma erano preoccupati per quell’assenza. La donna decise di scendere in strada per placare gli animi del gruppo di Claris, quando spuntava De Simone con il coltello. Per le forze dell’ordine resta aperta la pista della rivalità tra tifosi interisti e atalantini. L’autopsia è in programma per mercoledi 7 maggio alle 9,30, nella camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII° di Bergamo.
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