Andrea torna a camminare

Andrea Scotti, 34 anni di Ceto, ringrazia chi lo ha rimesso in piedi, ovvero il team multidisciplinare composto da neurochirurghi, neurologi e fisioterapisti che, presso il San Raffaele di Milano, lo hanno seguito nel suo percorso di neurostimolazione midollare. Oggi, se Andrea è il primo caso al mondo che dimostra l’efficacia di questo approccio, è grazie alla sua determinazione di volere tornare a camminare ma anche alla determinazione di chi ha creduto nel trial clinico che combina la stimolazione elettrica epidurale ad un programma di riabilitazione personalizzato. Come spiegato dal professor Pietro Mortini, primario di Neurochirurgia all’IRCCS Ospedale San Raffaele e professore ordinario di Neurochirurgia all’Università Vita-Salute San Raffaele, nel paziente è stato impiantato un sistema di stimolazione midollare con 32 elettrodi e la stimolazione, una volta attivata, ha consentito di riaccendere alcuni circuiti nervosi residui, in particolare quelli che controllano i muscoli del tronco e i flessori dell’anca, essenziali per il recupero della postura e della camminata. E’ seguita una riabilitazione innovativa anche in ambienti di realtà virtuale, utilizzando feedback sensoriali e motori che hanno portato Andrea, in soli tre mesi, a muovere le gambe, controllare la postura, fino a camminare con l’ausilio di un deambulatore e tutori, come spiegato da dottor Daniele Emedoli, fisioterapista ricercatore dell’Unità di Riabilitazione Disturbi Neurologici-Cognitivi-Motori del San Raffaele. “Il successo di questo percorso dimostra quanto sia fondamentale il lavoro di squadra tra fisioterapisti, fisiatri, neurologi, neurochirurghi e ingegneri – ha commentato anche il dottor Sandro Iannaccone, direttore del Dipartimento di Riabilitazione del San Raffaele. Solo grazie a una stretta collaborazione e a un approccio multidisciplinare, che integra tecniche avanzate di neuromodulazione con la riabilitazione tecnologica e personalizzata, è stato possibile infatti raggiungere risultati così significativi nel recupero motorio del paziente. Dopo l’infortunio, avvenuto nel 2019, Andrea ha riportato un danno alle radici nervose che collegano il midollo spinale ai muscoli delle gambe, segno che, oltre al sistema nervoso centrale, era coinvolto anche quello periferico. Da allora per lui è iniziata una strada in salita che non ha però avuto paura di percorrere, adattandosi alla sua nuova vita. Il caso di Andrea, condotto dal team multidisciplinare del MINE Lab, che vede coinvolti i medici, i fisioterapisti e i ricercatori del San Raffaele di Milano e Università Vita-Salute insieme ai bioingegneri della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa coordinati dal professor Silvestro Micera, apre nuove speranze ai pazienti con lesioni midollari gravi. Come ha spiegato anche dal dottor Luigi Albano, neurochirurgo e ricercatore al San Raffaele e primo autore dello studio, oltre al recupero motorio, la stimolazione ha anche ridotto il dolore neuropatico e migliorato la qualità della vita del paziente”. Vista la sua esperienza, Andrea consiglia lo stesso percorso a chi ne ha bisogno, ricordando però, che il segreto della serenità, sta alla fine, sempre e comunque dentro di noi.

Commenti

Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!

Lascia un commento

* Tutti i campi contrassegnati sono obbligatori