Maternità e lavoro tra luci ed ombre

Clima ostile sul luogo di lavoro, difficoltà di conciliazione degli orari, assenza di una rete familiare e di servizi per la prima infanzia accessibili economicamente sono solo alcuni dei numerosi fattori che costringono le madri a dimettersi dal proprio lavoro. Questo è quanto emerso dalla ricerca “Maternità e lavoro. Una prima analisi sulla provincia di Bergamo” commissionata dalla Consigliera di parità con il sostegno della Provincia e realizzata da ADAPT - Associazione per gli Studi Internazionali e Comparati sul Diritto del lavoro e sulle Relazioni industriali presentata nelle scorse settimane. A confermare il quadro, ci sono i dati raccolti nel contesto bergamasco che mostrano una situazione in chiaroscuro. Nel 2023, il tasso di occupazione femminile, nella fascia 15-64 anni, si attestava al 57,4%, al di sotto della maggior parte delle altre province lombarde. Rilevante il tasso di inattività femminile che nel 2023 ha raggiunto oltre il 40% sul territorio orobico, il secondo più alto in Lombardia dopo Brescia e che si concentra sulla fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni, età media delle madri al primo parto. Il report in una prima parte ha analizzato la presenza delle donne nel mercato del lavoro, mentre in un secondo tempo si è concentrato sull'esperienza di un campione di madri che hanno rassegnato le dimissioni durante i primi tre anni di vita del proprio figlio. Il quadro che ne è emerso è un quadro di difficoltà che permangono e che interessano più livelli; aziendale, locale e nazionale, che vanno dall’atteggiamento del singolo datore di lavoro alla durata del congedo di maternità obbligatorio. Secondo i dati, il tasso di inattività arriva al 51,4% nelle donne 55-64 anni. Anche il fenomeno delle dimissioni nel periodo protetto è da sempre diffuso nel mercato del lavoro nazionale. A Bergamo si tratta di un aumento costante: erano 290 le neo madri a lasciare volontariamente il lavoro nel 2019, 471 nel 2012, nel 2023 sono state 661. La ricerca, che ha voluto essere una prima analisi pilota di un fenomeno estremamente complesso, vuole andare oltre all'analisi, ha infatti proposto alcuni suggerimenti: dal prolungamento del congedo obbligatorio al potenziamento di servizi per la prima infanzia ad ambienti di lavoro più flessibili, viene inoltre espresso il desiderio di costruire un Osservatorio permanente su questi temi, che coinvolga tutti gli attori a livello provinciale, parti sociali e istituzioni.

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