Morti sospette a Piario, tutto archiviato

Alla fine del 2015 e per i primi mesi del 2016, era stato una sorta di terremoto a scuotere l’Ospedale di Piario. Furono sequestrare cartelle cliniche, disseppelliti i defunti, cinque per la precisione, fra i 55 e i 95 anni, di Clusone, Fino del Monte, Cerete Alto e Gandellino. A generare il tutto le morti sospette per Valium. La principale indagata, per la quale il reato iniziale di omicidio preterintenzionale era già stato derubricato in maltrattamenti nel 2021, ora ne esce con un’archiviazione a tutto tondo. Omettendo volutamente le generalità, come sempre fatto, diciamo solo una 52 anni, milanese ormai da un ventennio in pianta stabile in Bergamasca, la quale ha sempre respinto con forza le accuse, prima di avere esagerato con il Valium, poi di avere usato metodi forti, come la contenzione, nel reparto di Medicina dove lavorava da 8 anni. La sentenza della gip Federica Gaudino si basa sulla richiesta della pm Emma Vittorio, che argomenta come in alcune occasioni l’infermiera abbia somministrato ai pazienti i farmaci di cui è stato riscontrato l’ammanco, probabilmente al fine di sedarli e tenerli tranquilli; tuttavia le indagini non hanno in alcun modo dimostrato che tali condotte abbiano cagionato ai pazienti danni o lesioni, o abbiano concorso a causare la morte degli stessi.  “Il trattamento attuato durante il periodo di degenza in ospedale — conclusero i medici Francesco De Ferrari e Andrea Verzelletti — è stato corretto e progressivamente adeguato alla evoluzione delle condizioni cliniche dei soggetti”.  Quanto ai familiari, tutti riferirono di un peggioramento dei loro cari dopo il ricovero e alcuni descrissero episodi in cui li trovarono legati al letto con fasce addominali e polsiere. Non è però emerso, che fosse la 52enne a immobilizzarli e l’unico caso che le è contestato in tal senso non basta a tenere in piedi il reato di maltrattamenti. A oltre dieci anni dai fatti, sarebbe comunque prescritto.

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