Vivo cordoglio per la morte di Gianni Bergamelli
Gianni Bergamelli, grande pianista jazz e pittore bergamasco, se n’è andato in un rovente pomeriggio d’estate a 95 anni. Con il suo incedere signorile, il Borsalino in testa, indossato con eleganza, lo trovavi seduto al bar nella piazza centrale di Nembro. instancabile e generoso sperimentatore. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo, ma anche una traccia indelebile nella vita culturale bergamasca e non solo. Nato e vissuto a Nembro, Bergamelli è stato tutto fuorché ordinario. Fuori dai cliché, ha attraversato il Novecento e il nuovo millennio con la curiosità, la creatività e la vitalità di chi ha fatto dell’arte la propria ragione di vita. La sua mente sempre in movimento con progetti, mostre, concerti, idee, con una particolare attenzione per i giovani. Durante il periodo del Covid usciva a camminare. E quando i vigili gli intimavano di tornare a casa, rispondeva: “vado in farmacia. E aggiungeva: non c’è posto più sicuro che camminare per strada. Non c’è in giro nessuno…”. Gianni Bergamelli è stato uno dei fautori della nascita del Festival Jazz di Bergamo nel 1969. Con Gianluigi Trovesi ha formato una coppia artistica inscindibile: un sodalizio umano e creativo che ha attraversato decenni e linguaggi – nel solco della tradizione dei “seriani”, musicisti di intrattenimento colti e popolari, capaci di coinvolgimento e ironia. Lui, come Trovesi, si è tenuto fedele alla terra e allo spirito della valle, ma aperto al mondo e alle sue contaminazioni, coltivando anche la musica da camera, con particolare intensità nel sodalizio con la soprano Elena Bertocchi. Chi ha avuto la fortuna di collaborare con lui lo descrive come un compagno generoso, creativo, esigente ma entusiasta. Molti dei suoi quadri sono diventati copertine di dischi, manifesti, scenografie. I funerali si terranno mercoledi 13 agosto alle 11 nella parrocchiale di Nembro.
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