La Valle Camonica piange l'industriale dal cuore buono
Se ne è andato in silenzio, portandosi nel cuore un grande dolore, la perdita del figlio Andrea e un grande amore, la Valle Camonica. Si è spento nei giorni scorsi dopo un improvviso malore, all'ospedale di Esine, Antonio Mamè, l'imprenditore dal cuore buono che aveva scelto la Valle Camonica come sua seconda casa. Lui, nativo di Milano, era nato in zona Paolo Sarpi il 4 settembre del 1929, era arrivato in Valle all'inizio degli anni '70, precisamente nel 1972, quando, nella zona della Prada di Cividate Camuno – dove ancora oggi ha sede l'azienda – la comunità montana aveva creato lottizzazioni per ospitare imprese. Qui installa la prima unità operativa che si chiama F.A.L.CO (Forgiatura Acciai Legati e Comuni). In seguito cambia nome e diventa "Forgiatura Mamè Spa". Antonio è nominato Presidente. Grazie alla sua intraprendenza, ma anche grazie anche alla professionalità dei suoi dipendenti (che lui ha sempre considerato alla stregua di familiari), l'azienda in breve tempo si amplia. La vena imprenditoriale di Antonio Mamè aveva avuto origine a fianco del padre nell'officina fondata a Milano, dal nonno, nel lontano 1905, prima di trasferirsi negli anni '60 ad Arese dando vita ad un'impresa nel campo della fucinatura dell'acciaio dove già aveva impiegato manodopera camuna. Forse anche per questo ha scelto la Valle per dar vita ad una nuova impresa: questa terra che lo ha accolto ed è stata la sua delizia e il suo dolore. Perché qui Antonio crea il suo sogno imprenditoriale, ma qui proprio nel momento in cui stavano nascendo nuovi progetti e nuove prospettive per l'azienda, perde suo figlio, Andrea, vittima di un incidente il 30 giugno del 2013. Oggi le forge portano anche un altro nome, sono Lucchini-Mamè grazie all'accordo siglato oltre dieci anni fa fondendo di fatto due grandi colossi della siderurgia a livello mondiale. Qualche anno fa Antonio Mamè era stato insignito anche del premio Assocamuna, l'associazione degli imprenditori della Valle Camonica. Ormai Antonio si era fatto un po' da parte, ma i suoi operai, i suoi dipendenti, non lo avevano dimenticato e non lo dimenticheranno. Se ne è andato in silenzio e con umiltà, così come aveva vissuto.
Maria
Sono Maria di Milano, così come mi chiamava lui, ho avuto il piacere di conoscerlo e frequentarlo da quando è diventato il marito della nostra ZIA CLAUDIA, zia non per legame di parentela ma solo di grande amore e amicizia tanto da ritenerla Zia. Antonio era persona squisita gentile ospitale che ci ha accolti con affetto e stima mai potrò dimenticare i suoni calorosi abbracci. Maria Viglione Capecelatro