Un nuovo gioiello per il Parco di Coccaglio
Un pezzo da 90, anzi da 130 per il parco geologico di Coccaglio. Il piccolo gioiello scientifico, realizzato nel 2024 dal locale Gruppo Speleologico Montorfano, si è arricchito in queste settimane di un pezzo davvero unico: un masso da 130 quintali di Gneis del basamento cristallino. E' stato ritrovato ad Iseo durante gli scavi in un terreno per realizzare un nuovo vigneto. I proprietari ben volentieri lo hanno donato al gruppo speleo, ma per realizzare il sogno di poterlo mettere in mostra, insieme agli altri pezzi del parco geologico, gli speleologi hanno dovuto attendere due anni: uno perché venisse realizzato il parco e un altro anno perché vi fossero le condizioni per il trasporto, reso possibile in queste settimane grazie all'intervento della ditta Edil 3 di Cortefranca. Ma cosa ha di speciale questo blocco che ai più potrebbe sembrare solo un grosso masso? “Ha di speciale – ci spiega Franco Di Prizio presidente del Gruppo Speleo Montorfano – che ci racconta un pezzo molto importante della formazione dei nostri territori e della loro storia”. Il Gneis del Basamento Cristallino è infatti una formazione che risale ad almeno 300 milioni di anni fa, tra la fine del periodo Carbonifero e l'inizio del periodo Permiano quando intense azioni tettoniche portarono alla formazione della catena montuosa Ercinica, cioè alla nascita delle montagne europee in seguito alla collisione fra continenti. In seguito ad ulteriori movimenti questi sedimenti vennero sepolti in profondità. Emergono generalmente in seguito a profonde erosioni di fiumi e al ritiro dei ghiacciai che ritirandosi staccando porzioni di Gneis che rotolano verso valle dove si trova anche sotto forma di massi erratici. Un bel colpo questo ritrovamento che ora farà bella mostra di sé nel parco di Coccaglio accanto al micacisto del Maniva. Il parco è aperto tutti i giorni dalle 8 alle 23. Il percorso illustra le ere geologiche del nostro territorio. In 200 metri sono state raccolte tutte le rocce e le formazioni geologiche della nostra provincia. All'interno vi si trovano anche bacheche illustrative oltre a frammenti di 18 rocce corredati da QR code che rimandano alla loro composizione: dai micacisti del Maniva al verrucano lombardo dalla Volpinite alla pietra di Sarnico fino al calcare di Angolo e di Esine.
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