Bracconaggio a Bergamo e Brescia +52%
Il bracconaggio in crescita esponenziale nelle province di Bergamo e Brescia. L’allarme del Wwf è stato lanciato venerdì in occasione di una conferenza stampa al Consiglio regionale della Lombardia. Sono stati 1.043 gli uccelli morti di specie protetta portati all’Oasi Wwf Valpredina di Cenate Sopra dal 1° gennaio ai giorni scorsi. Un aumento pari al 52,26% se si considera che lo scorso anno erano stati 685, a stagione venatoria non ancora conclusa. In particolare sono aumentate le uccisioni di piccoli uccelli protetti come il pettirosso. Ad Albino un cacciatore trovato con 101 esemplari tra pettirossi e codirossi presi con trappole a scatto. Ai numeri riportati vanno aggiunte le migliaia di uccelli sequestrati dalle forze di polizia perché detenute illegalmente, spesso per essere usate come richiami vivi. Sono centinaia gli uccelli protetti morti e feriti, vittime di trappole e armi da fuoco, tra cui specie rare come lo smeriglio, il picchio nero, l’ibis eremita. L’azione di controllo svolta delle guardie Wwf durante la stagione venatoria in corso a supporto di Polizia Provinciale e carabinieri Forestali, ha consentito di denunciare, tra Brescia e Bergamo, 42 persone da settembre, sequestrare 214 esemplari di avifauna, 40 fucili e 23 richiami acustici vietati. Nella sola giornata di mercoledì scorso sono stati denunciati nel la bassa bergamasca 5 cacciatori per differenti reati. Il giorno dopo ad Albino vicino all’area protetta del Misma hanno trovato 18 trappole a scatto vicino a un’abitazione e il proprietario ha consegnato 101 pettirossi congelati e qualche codirosso spazzacamino, specie particolarmente protette dalla Convenzione di Bern “Dietro il bracconaggio non ci sono più solo singoli individui, ma vere e proprie organizzazioni criminali che hanno capito che investire in questo settore significa fare affari d’oro rischiando pochissimo”, ad affermarlo Domenico Aiello, responsabile Tutela giuridica della natura del Wwf.
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