Si continua a cercare di fare luce sull'omicidio di Claudio Inversini, il 32enne ucciso a Mazzunno, frazione di Angolo Terme, con un colpo di pistola al volto, sparato, secondo gli inquirenti da Antonio Franzini, 27enne di Gianico. A giugno il GIP Marco Cucchetto aveva confermato per lui il carcere con l'accusa pesantissima di omicidio premeditato, mentre Sergio Bianchini, 33enne di Darfo, era stato scarcerato per mancanza di indizi dopo l'udienza di convalida degli arresti perché secondo gli inquirenti avrebbe sì accompagnato Franzini nei pressi del luogo del delitto, ma senza essere al corrente delle intenzioni dell'amico e senza sapere che fosse armato. Bianchini ha sempre dichiarato tramite il suo legale che pensava che l'amico conosciuto solo un mese prima dovesse solo lasciare alcuni oggetti alla ex fidanzata che a lui aveva preferito il 32enne di Mazzunno, che sarebbe stato ucciso quindi, secondo le accuse degli inquirenti, per gelosia. Antonio, detto Tone, a novembre è stato condannato dai giudici della Corte d'Assise a 24 anni di Carcere e nei giorni scorsi sono state depositate le motivazioni della sentenza dalle quali emergerebbe la volontà di Franzini di eliminare l'ostacolo che c'era fra lui e la sua ex fidanzata: avrebbe voluto riconquistarla. Franzini, fermato poche ore dopo il delitto dai carabinieri, ha sempre sostenuto di non ricordare nulla di quella notte, si sarebbe infatti trovato in uno stato confusionale forse dovuto ad alcol o droga che però sarebbe stato smentito dagli esami. La vittima secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Darfo e di Breno, dopo aver trascorso la serata insieme alla sua ragazza e ad un cugino, avrebbe fatto ritorno a Mazzunno in quella notte del 13 giugno del 2012 intorno alle 2 ed è a quell'ora che in Piazza San Giacomo, è successa la tragedia. Da quanto emergerebbe dalle 60 pagine di motivazione della sentenza, pare che tra Antonio e la ragazza milanese non fosse proprio tutto finito e pare e a testimoniarlo ci siano delle lettere che la giovane avrebbe scritto al suo ex alcune settimane dopo il delitto. Verrebbero poi inoltre precisati gli elementi a carico del 27enne come i propositi di aggressione annunciati in pubblico e gli avvistamenti la notte del delitto, elementi che sosterrebbero la tesi della premeditazione, ma ci sono ancora molti elementi da chiarire molti “non ricordo” su cui far luce.