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1111 UN PASTICCIO DA CHIARIRE
PAROLA AL SOTTOSEGRETARIOLa Commissione parlamentare di Vigilanza ha chiesto alla Rai chiarimenti in merito alla vicenda del Canone speciale Rai. La questione era stata sollevata dai contribuenti che non sapevano se dovevano pagare o meno il canone dovuto dalle attività professionali che consentono lutilizzo di apparecchiature televisive ai clienti allinterno dei propri locali, quali per esempio alberghi e ristoranti. Un bollettino pari a diverse centinaia di euro che ha raggiunto indistintamente tutte le attività, artigiani, imprenditori e liberi professionisti in generale. Dopo la dura presa di posizione della Lega Nord e della associazione di categoria come Confesercenti e la Cna, la questione è approdata in Parlamento. Si è svolta infatti in questi giorni l'audizione del sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli che ha dovuto rispondere alle domande dei presenti che contestavano l'invio a pioggia dei bollettini, ipotizzando anche la truffa. Toni subito placati dal sottosegretario con delega all'Editoria che seppur la necessità di imporre maggiore chiarezza nelle lettere inviate che dovrebbero contenere le stesse precisazioni contenute sul sito della Rai e che ancor meglio, dovrebbero essere inviate solo a chi è realmente destinatario del canone, ha parlato piuttosto di un pasticcio che ha riacceso l'irritazione dei contribuenti nei confronti di una tassa già poco amata. Un pasticcio che va risolto con l'individuazione di criteri di spedizione delle lettere più selettivi. Quello utilizzato quindi secondo quanto ribadito anche dal sottosegretario Giacomelli in commissione vigilanza non sarebbe il modello esemplare per il corretto rapporto con i contribuenti; un modello quindi da non ripetere. Mentre associazione come Domoconsumatori e Confapi chiedono che in un momento economico-finanziario così aggravato la Rai blocchi l'invio dei bollettini, il presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Roberto Fico ha indirizzato una lettera ai vertici di Viale Mazzini in cui si chiede di fare chiarezza. La speranze è che la prossima volta i bollettini vengano inviati solo agli effettivi destinatari per non creare confusione fra i possessori di partita Iva che sono già sommersi dalla burocrazia e dalle tasse.
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