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CHIESTA L' ASSOLUZIONE PER LOCATELLI

«Assoluzione perché il fatto non sussiste, o non costituisce reato». Questa la richiesta presentata dalla difesa di Pierluca Locatelli, principale protagonista nel processo sul presunto traffico di rifiuti nel sottofondo della tangenziale di Orzivecchi. Assoluzione è la richiesta mossa anche dai legali degli altri imputati. L’avvocato Roberto Bruni, che assiste Locatelli e la moglie Orietta Rocca, ha replicato alle ricostruzioni dell’accusa per poi aggiungere: «Sono fatti che risalgono al 2010, quando già il settore era in crisi». Se ci fossero illeciti sarebbero quindi stati commessi per cercare di salvare l’azienda e i posti di lavoro. Sulla richiesta dell’accusa che, nella precedente udienza ha invocato una condanna a sei anni e tre mesi di reclusione, ha tuonato: «Locatelli ha già pagato, e tanto». Le inchieste hanno «distrutto la sua azienda, e mandato a casa i suoi operai. Non è più lui: da imprenditore di successo ora è una persona che sbarca il lunario. È già stato bastonato abbastanza». Se proprio ci fossero delle responsabilità, sarebbe al massimo inadempimento colposo. Il giudice potrebbe pronunciarsi già nella prossima udienza, fissata per il 3 novembre. Frode, truffa e traffico di rifiuti le accuse mosse dalla Procura bresciana. Sul «giro bolla» l’avvocato Bruni ha rilevato: «Non è provata, se ci fosse stata la prima preoccupazione sarebbe stata costruire documenti di trasporto insospettabili». Aggiungendo: «Sono stati sentiti 13 autisti, non hanno motivo di avere un atteggiamento benevolo verso di lui, e hanno dichiarato di non averlo fatto». Gli orari sui documenti e le firme disconosciute? «La stampante di Biancinella spesso si bloccava, quindi si dava all’autista la bolla e poi i documenti di trasporto venivano stampati in successione». Sulla modifica delle condizioni contrattuali «lo stesso legislatore cerca di incentivare l’uso dell’Mps». La collega Marina Zanin, norme alla mano, ha messo l’accento sulla questione della granulometria: «Le scorie non dovevano rispettarle perché il decreto non lo chiede». Inoltre «nessuno ha saputo dirci dove è indicato questo limite nel contratto d’appalto, perché non c’è».
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