Elio Cadei, il 46enne originario di Monticelli Brusati, deve rimanere in carcere perché può reiterare il reato: lo ha stabilito il Gip Lorenzo Benini ieri pomeriggio dopo l'interrogatorio di convalida, confermando che Simona Simonini, 42enne di Provaglio d'Iseo, è stata aggredita brutalmente nella casa di borgo Zurane di viale Regina Elena a Provaglio d'Iseo, lunedì 16 novembre, dopo una serata trascorsa tra alcol e stupefacenti. Dall’autopsia sul cadavere è emerso che la donna è morta per le ferite riportate: ferite da forti contusioni, provocate da calci e pugni. Ma potrebbe esserci anche dell'altro e saranno gli ulteriori accertamenti a stabilire le cause del decesso della 42enne. Il difensore di Elio Cadei, Gianfranco Abate, ribadisce che non ci sono ferite compatibili con un’aggressione. Di parere diametralmente opposto è il legale della famiglia Simonini, Luca Broli, balzato agli onori della cronaca nel noto caso Donegani nel 2007, che non ha dubbi sulla dinamica e sull'autore dell'efferato omicidio. Se da una parte, infatti, si sostiene che le percosse ricevute da Simona non ne giustificherebbero la morte, dall'altra è vero anche che il ménage tra i due era a dir poco burrascoso: i carabinieri di Iseo, infatti, erano a conoscenza della la triste vicenda della coppia, con una convivenza che in 6 anni si è svolta tra accuse reciproche, percosse, accoltellamenti da entrambe le parti, addirittura un’accusa di tentato omicidio verso Simona per Elio Cadei, poi derubricata per la ritrattazione di Simona, numerose denunce per litigi violenti, il figlio di 8 anni di Simona affidato dai Servizi sociali ai nonni materni in quanto la donna era finita anche nel tunnel della droga e dell’alcol. Al termine dell’interrogatorio di ieri Elio Cadei resta dunque in carcere. Intanto all'Istituto di medicina legale dell'Università di Brescia proseguono le indagini tossicologiche sui reperti biologici e sul sangue, prelevati dal cadavere di Simona: si attendono nei prossimi giorni i responsi degli esami disposti dalla Procura di Brescia per chiarire le cause e chiudere la fase preliminare dell’inchiesta. Il caso ha impressionato fortemente la comunità di Provaglio d'Iseo che, a conoscenza di quanto la donna stava vivendo, aveva cercato in vari modi di aiutarla. Anche il Sindaco di Provaglio d'Iseo, Marco Simonini, cugino di Simona, sia come parente che come primo cittadino aveva cercato varie soluzioni: ma tutto è stato inutile e, purtroppo, la vicenda della breve e martoriata esistenza della giovane donna si è chiusa nel peggiore dei modi.