L'operazione all inclusive è scattata all'alba di questo mercoledì quando 280 finanzieri del Comando Provinciale di Brescia, hanno dato il via ad un centinaio di perquisizioni nelle province di Bergamo, Brescia, Lodi, Milano e Varese. I controlli sono stati disposti dalla Procura di Brescia e sono stati effettuati dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Chiari. Al centro uno studio commercialistico lombardo che veniva scelto da imprenditori che volevano evadere il fisco, per avere consulenze su come aggirare le legge in campo appunto fiscale. Le fiamme gialle parlano di una vera e propria organizzazione, radicata nell’Ovest bresciano, che gestiva in questo modo numerose aziende soprattutto nel settore edile. Per azzerare il cuneo fiscale ai danni delle casse dello Stato, venivano dichiarati in bilancio dei crediti nei confronti dello Stato (essenzialmente crediti IVA) da utilizzare in compensazione di debiti (specialmente contributi previdenziali) che, quindi, di fatto non erano versati. L'ammontare della frode si aggirerebbe sui 70 milioni di euro. L’indagine ha messo in luce un vero e proprio “sistema”: i componenti dello studio commercialistico, consapevoli che la maggior parte delle società in questione erano intestate a prestanome, intrattenevano regolari rapporti con i veri amministratori delle imprese incriminate. Non solo, spesso i prestanome erano procacciati dallo stesso studio commercialistico, che curava anche tutte le pratiche concernenti le fittizie domiciliazioni delle sedi societarie dei propri clienti, così da metterle al riparo da possibili interventi da parte degli Organi ispettivi. Lo studio assicurava anche ordinaria consulenza a “normali” società ma, in via prioritaria, forniva assistenza alle imprese che appunto intendevano portare a termine frodi fiscali e previdenziali. 69 persone sono già state deferite all’Autorità giudiziaria ma il numero delle persone coinvolte potrebbe aumentare nel corso delle perquisizioni che hanno preso il via questo mercoledì.