Fioccano i ricorsi, in Valle Camonica, dei comuni, quasi tutti, che non vogliono affidare la gestione delle loro acque al gestore unico provinciale ovvero alla società misto pubblico e privata Acque Bresciane. Sostengono di avere i requisiti previsti dal collegato ambientale della legge di stabilità, per continuare a gestire in autonomia gli acquedotti, impianti di depurazione e fognature. Molti hanno infatti fonti pregiate e si trovano in aree protette e parchi e vogliono contestare la risposta negativa giunta dagli uffici dell'ambito. I primi di settembre 30 comuni del Gruppo Civico in Comunità Montana hanno depositato ricorso al Tar, insieme, affidandosi ad un unico legale, anche Breno che corre da solo si è rivolto a Tar mentre Bienno, Capo di Ponte e Piancogno, autonomanete si sono rivolti al Presidente della Repubblica. Tutti sono d'accordo sul fatto che le tariffe dell'acqua in Valle Camonica non possono essere equiparate a quelle della città, perchè se c'è una ricchezza in Valle Camonica, è proprio l'acqua. La Provincia alla Valle Camonica aveva provato a dare ai sindaci delle rassicurazioni, sul tema delle bollette, attraverso la Società Idrica di Valle Camonica, la Siv che avrebbe dovuto prendere in gestione gli impianti dei comuni ed entrare nel Gestore Unico rappresentando la valle. Gli aumenti delle tariffe sarebbero però giustificati dagli investimenti che la società Acque Bresciane sarebbe in grado di fare per risolvere i problemi di depurazione della Valle Camonica. Investimenti di cui ha bisogno disperatamente l'alta Valle Camonica. Infatti Sonico, Edolo, Malonno e Paisco sono giu unici comuni ad essere entrati nel gestore. Ma non sono i soli comuni non conformi alle normative comunitarie che vanno incontro ad infrazioni e sanzioni. Molti comuni non sono ancora collettati al depuratore di Esine. A Capo di Ponte i lavori per il collettamento partiranno a gennaio. Piancogno è conforme alla normativa. Ma la mancata depurazione di altri comuni, soprattutto a monte, porte ad inquinare le acque a valle. Se la Valle Camonica fosse stata provincia di Valle Camonica, tutti questi ricorsi non sarebbero stati necessari. La Valle avrebbe la sua autonomia anche sul fronte dell'acqua. Inutile rimpiangere le scelte del passato, per gli amministratori è tempo di continuare a lottare, ma non tutti vinceranno il ricorso ma hanno tentato comunque, per prendere tempo in attesa che qualcosa nelle leggi cambi, in attesa di sapere se la Valle Camoncia in futuro, potrà fare ambito da sé.
