Una lunghissima lista di nomi che rende solo in piccola parte l'idea dell'enorme tributo in termini di vite umane sacrificate e di famiglie distrutte, che anche le nostre valli hanno dato alla causa della libertà. La liste delle medaglie d'onore consegnate questo sabato mattina delle Prefetture di Brescia e di Bergamo alla memoria di uomini partiti dalle nostre valli per la guerra e non più tornati, impone soprattutto ai giovani che la democrazia la danno per scontata, una riflessione profonda. Battista Giacomelli di Bienno, Paolo Cominotti di Cividate Camuno, Pietro Gheza di Darfo, Giovvanni Benedetti di Esine, Giovanni Pessognelli e Pietro Melotti di Losine, Pietro Bignotti di Borno e Aldo Zaina di Sonico. Moltissimie le medaglie d'onore per la provincia di Bergamo dove molti internati vengono da Nembro e Oneta. Ragazzi, uomini, padri di famiglia, internati nei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale, dal 43' al 45' costretti ai lavori forzati in Germania. Un anno dopo, il primo voto democratico con il referendum istituzionale che il 2 giugno del 1946, porterà gli italiani a scegliere tra monarchia e Repubblica. Oggi a 72 anni di distanza, la difesa della forma di Stato nata dalla Resistenza, dei suoi valori scritti nella Costituzione approvata dall'assemblea costituente nel 1947, è ancora un tema centrale nella politica nazionale. Il rispetto del voto dei cittadini, nella formazione dei nuovi Governi, il rispetto dei ruoli del Capo dello Stato, del Parlamento, la tutela dei diritti, del lavoro, della libertà. Sono temi che ci ricordano quanto sia importante non dimenticare la storia.