Sparito da nove giorni Salvatore D’Apolito, ricercato dal 27 settembre con l’accusa di tentato omicidio, si è costituito ai Carabinieri di Bergamo, alle 21 di venerdì 6 ottobre accompagnato dal suo legale, Stefano Sorrentino. Il cinquantenne di origine foggiana ha raccontato di essere stanco della latitanza e dispiaciuto per quello che ha fatto. Si è giustificato dicendo che non aveva accettato la separazione e che si sentiva solo e abbandonato da tutti, isolato anche dai suoi famigliari. L'uomo ha detto di aver passato la sua latitanza in un camper che aveva nascosto prima dell’azione omicida, in una fitta boscaglia a Lesmo, al suo interno è stata trovata una scorta di cibo e beni di prima necessità. Il giorno del tentato delitto era partito da casa, a Villasanta in Brianza, con una Vespa diretto dalla moglie nascosto sotto casco e parrucca. Molto probabilmente pensava di averla uccisa e che nessuno lo avesse riconosciuto. Subito dopo il raid si era diretto sempre in moto verso il camper già approntato per la latitanza e all’interno del quale è stato trovata anche la pistola usata per il delitto. Il piastrellista, che aveva qualche piccolo precedente di polizia, quella mattina aveva raggiunto via San Pantaleone, a Negrone, dove l' ex moglie, Flora Agazzi, 53 anni aveva fatto visita ad un'anziana conoscente, sparando 6 colpi di pistola, tre dei quali l'avevano colpita, causandogli gravi conseguenze, tutt'ora preoccupanti. Del caso se ne erano accupati anche i Ris, ai quali i carabinieri di Bergamo avevano inviato le ogive dei proiettili per le analisi scientifiche. In un primo momento si era pensato anche che potesse essersi tolto la vita come aveva minacciato in un manoscritto di una pagina trovato dai carabinieri di Bergamo durante una delle perquisizioni nella sua casa di Villasanta, ma con il passare dei giorni l’ipotesi è sfumata. Secondo gli inquirenti D’Apolito avrebbe pianificato l’agguato nei minimi dettagli e non l’avrebbe fatto se avesse avuto l’intenzione poi di farla finita.