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A LONATO IL TESORETTO DEI TRUFFATORI

Il tesoretto della banda delle truffe, 14 chili di oro – probabilmente si tratta della fusione di monili sottratti ad anziani con l'inganno – era in un appartamento di Lonato. Emergono nuovi particolari sull'indagine dei carabinieri di Siena che nei giorni scorsi ha portato a sgominare una banda – che operava anche sul territorio della nostra provincia – di truffatori. Che non aveva solo agganci e che probabilmente ha messo a segno colpi anche sul nostro territorio, ma chi qui aveva una vera e propria base. In un appartamento di Lonato, custodito da un 60enne napoletano con numerosi precedenti penali, durante le perquisizioni gli inquirenti hanno trovato 14 chili di oro. Serviva per riciprire lingotti e pepite che venivano smerciati come tutti d'oro ad ignari commercianti ai quali i truffatori, in un primo tempo, avevano mostrato lingotti e pepite vere. Per ricoprire i lingotti di metallo probabilmente veniva usato l'oro, poi fuso, di monili, anche questi sottratti con l'inganno. La banda delle truffe aveva la base a Napoli dove operavano i promotori e gli organizzatori del gruppo criminale. Questi, attraverso l'utilizzo di schede telefoniche intestate a cittadini pakistani, individuavano gli anziani da raggirare. I criminali, spacciandosi per carabinieri o avvocati, raccontavano che un parente era coinvolto in un grave sinistro, che aveva ucciso una persona, che solo con un risarcimento immediato avrebbe evitato il carcere. Ottenuta la disponibilità delle vittime, i malfattori inviavano il “trasfertista”, spacciato per avvocato, presso i domicili degli anziani ove recuperava denaro, gioielli e qualunque valore la vittima tenesse in casa. Una volta portato a termine il colpo tornavano a Napoli o a Milano dove piazzavano la merce per i ricettatori. Ammonta a circa 200mila euro, tra gioielli e denaro, la refurtiva recuperata. La banda aveva due filoni d'affari: le truffe agli anziani per rubare soldi e gioielli, la truffa ai commercianti ed agli orafi per recuperare denaro contante. Le persone coinvolte nell'indagine, partite dalla procura di Siena, sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa o all’estorsione, di truffa aggravata, di favoreggiamento e ricettazione.
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