A processo per falso ideologico, non avrebbe somministrato i farmaci prescritti agli ospiti dell’rsa Fondazione Martino Zanchi , di Alzano Lombardo, annotando però sull’apposito tablet di averlo fatto. I fatti risalgono al 2016. Fu un esposto a portare a processo una 47enne, infermiera, assunta dalla struttura nel 2007, che fino ad allora non aveva subito mai una contestazione sul lavoro. Gli episodi riguardano otto anziani, tra l’11 maggio 2016, il 28, 29 e 30 novembre. “Ricevevo segnalazioni secondo le quali, quando lei era di turno, alcuni pazienti erano agitati, a parlare è una responsabile della struttura. Il suo giro con il carrello era molto veloce. Il giorno in cui venne fatta la segnalazione, era di turno proprio l’imputata. A quel punto bisognava verificare se tutto ciò avesse un fondamento. E siamo a novembre, nello specifico negli ultimi giorni del mese. 28, 29 e 30. La direttrice generale, chiede a una infermiera di provata esperienza di "controllare" la collega. Come? "Anzitutto contando le pastiglie nei blister. E per chi doveva prendere delle gocce, era stata fatta una linea sulla boccetta". Da qui la conclusione: nei turni dell’imputata c’era qualcosa di strano. Sono state trovate delle pastiglie anche nei cestini dei rifiuti nell’infermeria. Messa alle strette, l’indiziata fa mezze ammissioni, aveva fretta di finire. Scatta la sospensione, che nel 2016, anche dopo i controlli della Finanza si trasforma in un esposto in procura. L’infermiera parlerà il 27 gennaio: dichiarazioni spontanee, hanno anticipato i suoi avvocati Guido Colombo e Giuseppe Sala al giudice Roberto Palermo. Si può intuire che respingerà le accuse, tranne una dimenticanza per un’altra urgenza, nel primo caso. Perché è la versione già data nel procedimento disciplinare del dicembre 2016 sfociato in due mesi di sospensione e terminato con una conciliazione e la fine del rapporto di lavoro. Ed è la versione riferita dalla responsabile della rsa, testimone a processo: “Lei ha sempre negato, ha detto che aveva somministrato tutto”.