Un presepe vivente che va oltre il racconto biblico, che racconta anche l’attualità, dove anziché animare le statue di un presepe, l’intento è immortalare i figuranti in espressioni e pose statuarie, come in un quadro vivente, dove la vita e la voglia di pace, trabocca dagli occhi e contrasta con l’immobilità dell’umanità. Il presepe contemporaneo itinerante Admirabile Signum che il 22 e il 23 dicembre si è svolto a Edolo, tra i vicoli, i cortili, i balconi e i portacati degli abitanti di Mù basso, ha coinvolto cittadini e associazioni nell’interpretazione, con canti, gesti e testi, di un racconto drammaturgico incentrato sul tema della pace. “Pacem in terris”, questo il titolo tratto dall’Enciclica di Papa Giovanni XXIII che si rivolge a tutti gli uomini di buona volontà, credenti e non credenti, perché si levi un grido di pace e perché tutte le Nazioni trovino il dialogo. Un presepe contemporaneo appunto, i cui personaggi di ieri e di oggi, nei custumi della tradizione e impegnati nei mestieri di una volta, evocano scene di vita che non appaiono anacronistiche, anzi, in un momento storico difficile per la pace e per il dialogo tra i popoli, come quello in cui ci troviamo a vivere anche nel 2022. Il presepe, messo in scena dal Centro Culturale Teatro Camuno con la regia di Bibi Bertelli e dal Comune di Edolo, nella sua seconda edizione, ha voluto lanciare quindi un appello di pace, a ricercare ciò che ci unisce, a tralasciare ciò che ci divide. In occasione del Natale, un messaggio di speranza per combattere la paura dell’avvenire, facilmente leggibile negli occhi anche dei più piccoli, per guardare con occhi rinnovati da una ritrovata umanità, il futuro. Un quadro vivente, un canto muto, un percorso simbolico ricco di suggestioni, suoni e colori per trasformare, attraverso il racconto della ricerca di un riparo e di aiuto da parte della Sacra famiglia, l’indifferenza in compassione, lo spreco in condivisione, l’agoismo in amore, l’individualismo in fraternità, oggi ancor di più, nel segno della pace.