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28 MLN PER NIARDO-CETO-BRAONE

28 milioni di euro. Li stanzia lo Stato per finanziare gli interventi necessari a mettere in sicurezza gli abitati di Niardo, Braone e Ceto colpiti dall’alluvione del luglio scorso, per ricostruire le zone sepolte da fango e dai massi e per ripristinare i servizi pubblici e le infrastrutture danneggiate. Si tratta di uno stanziamento importante, che integra i 3 mln e 250mila euro fino ad oggi stanziati dallo Stato dopo il riconoscimento dello stato di emergenza e di calamità, deliberato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro per la protezione civile Nello Musumeci, sulla base della richiesta di risarcimento inoltrata al Governo dalla Regione, che ha calcolato una richiesta danni per circa 100 milioni di euro. A dare notizia dello stanziamento dei 28 mln e 200 mila euro è l’assessore regionale al bilancio Davide Caparini che ha sollecitato lo Stato a fare la sua parte dopo che la Regione nei mesi scorsi ha stanziato ulteriori 4,5 mln di euro, oltre ai 6,3 mln stanziati subito dopo l’emergenza, per accelerare gli interventi di Protezione Civile di messa in sicurezza dei paesi di Ceto, Braone e Niardo. “Attendiamo di capire come saranno ripartite queste risorse” – è il commento del sindaco di Niardo Carlo Sacristiani che si dice soddisfatto della notizia dello stanziamento dei 28 mln, “per asportare il materiale rimasto dall’alveo del fiume, dai terreni, dal campo sportivo, per realizzare gli interventi che abbiamo pianificato per mettere in sicurezza gli abitati da nuove esondazioni dei torrenti Re e Cobello, ma” – afferma il primo cittadino -”siamo in attesa anche di capire quando e come arriveranno i fondi per risarcire i cittadini e le imprese che hanno perso la casa, la propria attività, le proprie automobili e i loro beni, che hanno dovuto ricominciare da zero, rimboccarsi le maniche e pagare di tasca loro gli interventi: loro ad oggi non hanno visto ancora un euro.” Non solo i risarcimenti per i danni subiti, rendicontati ed inviati al Governo, ma anche i contributi di autonoma sistemazione, ovvero quei ristori previsti per le famiglie fuori casa e in stato di emergenza, che prevedono dai 400 ai 900 euro al mese a famiglia in base al numero di componenti del nucleo famigliare, non sono ancora stati pagati dello Stato e sono stati anticipati dal Comune. Ad oggi risultano ancora fuori casa, per via di sei fabbricati tra case e negozi inagibili o inabitabili, 9 famiglie, una ventina di persone in tutto, ma sono molte di più quelle che attendono un aiuto economico per ricominciare a progettare il loro futuro.
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