CASO YARA, VISIONATI I REPERTI

Per la prima volta i legali di Massimo Bossetti, condannato definitivamente all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, hanno potuto visionare i reperti dell’inchiesta, durante un’udienza a porte chiuse, durata circa due ore, in tribunale a Bergamo. Presenti anche la pm Letizia Ruggeri, il procuratore aggiunto facente funzione Maria Cristina Rota e il legali di parte civile della famiglia Gambirasio, Enrico Pelillo e Andrea Pezzotta. La Cassazione aveva giudicato inammissibile l’istanza con la quale la difesa chiedeva di poter sottoporre ad accertamenti i reperti dell’indagine e non solo visionarli. Tra il materiale in aula erano presenti anche i campioni di Dna, la prova principe dell’indagine, ai quali si aggiungono alre 23 provette di diluizione. “Quali siano le condizioni di quei campioni, non lo sappiamo, affermano Salvagni e Camporini, avvocati di Bossetti, certo è che ci hanno sempre detto che il materiale era poco, per poi scoprire l’esatto contrario. Il materiale c’era ed era sicuramente utile per fare nuove analisi, cosa che ci è sempre stata negata”. E’ prevedibile che i legali facciano richiesta alla Corte d’assise di Bergamo, di poter effettuare analisi sui campioni, cosa che a detta di entrambi andava fatta in primo grado. Dal carcere di Bollate Bossetti ha seguito l’udienza in videoconferenza. La piccola Yara era stata rapita il 26 novembre 2010 all’uscita dalla palestra di Brembate Sopra, situata a pochi metri da casa e trovata morta nel campo di Chignolo d’Isola il 26 febbraio del 2011. Bossetti fu arrestato il 16 giugno del 2014 e condannato in via definitiva all’ergastolo il 12 ottobre del 2018.

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