Omicidio Tunkara, chiesto il giudizio immediato

In attesa del pronunciamento del giudice delle udienze preliminari, che dovrà fissare la data della prima udienza davanti alla Corte d’Assise di Bergamo, il pubblico ministero Silvia Marchina ha chiesto il giudizio immediato per Sadate Djiram, il togolese 29enne, reo confesso dell’omicidio di Mamadi Tunkara, il 36enne originario del Gambia. La mortale aggressione era avvenuta in pieno centro a Bergamo lo scorso 3 gennaio. Djiram, che in quel periodo dormiva in giro, appoggiandosi a qualche amico, vedeva crescere la convinzione che la sua ex, una donna italiana, con la quale da mesi si erano interrotti i rapporti, avesse una relazione con Mamadi, circostanza che lei ha negato e della quale non sono state trovate tracce durante le indagini. Ma Sadate ne era fermamente convinto e imputava la fine della loro storia, proprio alla nuova liaison che la donna avrebbe, a suo dire, intrecciato con il sorvegliante del supermercato di via Tiraboschi a Bergamo. Fu così che lo scorso 3 gennaio Djiram decise di aspettare il presunto rivale in amore, nel sottopassaggio, cogliendolo di sorpresa, facendolo cadere dalla bici, spingendolo e affondando la lama del coltello, nel collo, nell’addome, nel torace, sulla testa e sul viso, anche quando Tunkara era ormai a terra. Attivato con tempestività il 112, nel volgere di poco arrivarono i sanitari, che si adoperarono in vano in un disperato tentativo di rianimazione, mentre le forze dell’ordine attivavano la caccia all’uomo, rintracciato dalla polizia al confine con la Svizzera, dopo ore di indagini serrate. Fermato con l’accusa di omicidio, Sadate Djiram confessò, dicendo di averlo fatto spinto dalla gelosia per una relazione, quella tra la sua ex e la vittima, che di fatto non esisteva.

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