Chiesta la perizia psichiatrica per Djiram Sadate
La Corte d’Assise del tribunale di Bergamo ha disposto una perizia psichiatrica nei confronti di Djiram Sadate, togolese di 28 anni, accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. Era il 3 gennaio scorso quando l’uomo uccise a coltellate Mamadi Tunkara, 36 anni, del Gambia, giunto in sella alla propria bicicletta al supermercato Carrefour di via Tiraboschi in pieno centro a Bergamo, dove lavorava come addetto alla vigilanza. Sadate sfogò la sua furia infliggendogli 11 coltellate per poi darsi alla fuga. Venne catturato in Svizzera con gli abiti ancora sporchi di sangue. Il movente è l’accecante gelosia nei confronti della donna che lo aveva appena lasciato proprio per le sue ossessioni. E’ doveroso precisare che con la vittima il 36enne del Gambia, non aveva nessun legame, nemmeno una conoscenza che andasse oltre gli incontri casuali al supermercato. Era tutta una costruzione della mente. Il dubbio che fosse alterata c’è, per la Corte d’Assise presieduta da Patrizia Ingrascì e della giudice a latere Donatella Nava. Per questo, su richiesta della difesa, al termine dell’udienza di mercoledi 29 ottobre è stata disposta una perizia psichiatrica che accerti la capacità di intendere e di volere dell’imputato al momento del fatto. L’incarico sarà affidato a Massimo Biza il 6 novembre. L’avvocato di Sadate, Riccardo Bellini durante il dibattimento ha precisato: “Il mio assistito è stato valutato dai medici del reparto di Psichiatria dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo e da quelli del San Gerardo di Monza, e tutti hanno concluso per l’opportunità di valutare la capacità di intendere e volere di Djiram”. L’uomo non ha voluto farsi interrogare ma ha rilasciato delle spontanee dichiarazioni: “Chiedo scusa alla famiglia Tunkara. Mi dispiace molto per ciò che è successo”.
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