Nuove frontiere per lo scompenso cardiaco
Lo scompenso cardiaco è la condizione di incapacità del cuore a pompare quantità di sangue adeguate alle necessità dell'organismo, determinando l'accumulo di liquidi a livello degli arti inferiori, dei polmoni e in altri tessuti. Complice l'allungamento della vita media, è un problema in crescita. Si stima infatti che interessi all’incirca l’1-2 per cento della popolazione nei paesi occidentali, con tassi di mortalità ancora elevati nonostante siano migliorate le conoscenze e le terapie. Lo scompenso è un problema anche italiano e riguarda circa seicentomila persone. Intorno ai 65 anni, rappresenta la prima causa di ricovero ospedaliero ma dopo questa soglia anagrafica, la frequenza raddoppia a ogni decade di età fino ad arrivare a punte anche del dieci per cento circa dopo i settant'anni. E nel 2025 si calcola che in Italia ci saranno circa 80mila nuovi casi. Presenti all'incontro i medici del reparto di medicina di Esine, molti specialisti del settore, i medici di medicina generale, gli infermieri dell'ospedale e delle Case di Comunità. Di scompenso cardiaco se ne è parlato approfonditamente nell'importante convegno a Boario Terme, nella Sala Convegni dell'Hotel Brescia che ha ospitato i clinici dell'Ospedale di Esine con un focus molto atteso da parte del professor Marco Metra, cattedratico dell'Università di Brescia e presidente dell'Associazione europea dello scompenso cardiaco. Il convegno è stato un importante momento di approfondimento e acquisizione di nuove prospettive scientifiche internazionali, con utili scambi tra professionisti al lavoro su quella che è considerata la patologia più frequente nella popolazione italiana dopo i 70 anni.
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