L’agricoltura traina l’economia del Paese

Laura Facchetti presidente di Coldiretti Brescia ha aperto l’assemblea dell’associazione di imprenditori agricoli più grande d’Europa che questo venerdì sera ha richiamato al Brixia Forum 2500 soci davanti ad un palco dove, intervistati da Maurizio Belpietro, hanno preso la parola il sindaco di Brescia Laura Castelletti, il Vescovo di Brescia Mons. Pierantonio Tremolada, il presidente della Regione Attilio Fontana, il segretario generale Vincenzo Gesmundo, il già parlamentare europeo Paolo De Castro, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, Federico Vecchioni di AD Bonifiche Ferraresi, il Ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida e naturalmente il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini. Un’occasione di riflessione sull’importanza per il Paese di una filiera agroalimentare allargata che vale oggi 620 miliardi di euro, con 4 milioni di occupati e in cui Brescia gioca la sua parte. La forza di Coldiretti sono le persone, che lavorano nel settore agricolo e nella filiera agroalimentare e che rappresentano il motore economico del Paese, con le loro preoccupazioni, oggi legate ai cambiamenti climatici, alla situazione geopolitica, ai regolamenti europei che oggi sembrano tenere maggior conto della sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica e sociale delle scelte adottate. Mai come oggi l’agricoltura e l’agroalimentare, con un valore di 69,1 miliardi in esportazioni di prodotti che potrebbe raggiungere i 100 miliardi nel 2030, sono un traino economico per l’Italia. Secondo una recente analisi, il cibo e le bevande straniere, dove è stata rilevata una presenza di residui chimici irregolari pari al 5,6% rispetto allo 0.7% dei prodotti italiani, sono otto volte più pericolosi di quelli Made in Italy. Però, solo meno del 10% dei prodotti agroalimentari in arrivo in Europa dai Paesi extra Ue si stima sia sottoposto a verifiche fisiche, tese a testarne la salubrità. Servono quindi più controlli ai porti e alle frontiere e serve l’obbligo dell’indicazione del Paese d’origine in etichetta su tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Unione Europea. Il Governo italiano per primo ha approvato una legge contro il cibo sintetico e, dalle etichette antialcol, alla carne di laboratorio, al nutriscore francese e Green Deal, si è battuto accanto alla Coldiretti, per chiedere ed ottenere un cambio di passo.

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