Esclusa la morte violenta di Sahnae Labil
Sulla morte di Sanae Lahbil, la donna marocchina di 44 anni trovata senza vita il 6 aprile sul greto del fiume Serio ad Alzano Lombardo, aleggia ancora il mistero, ma il fascicolo per omicidio volontario rimane tuttora aperto e a carico di ignoti. Gli elementi raccolti finora dagli inquirenti fanno propendere per una morte naturale. La donna faceva uso da tempo di sostanze stupefacenti, ma gli esami tossicologici hanno evidenziato un tasso alcolico di 0.8, non particolarmente alto, e l’assunzione di cocaina in quantità modesta. Non è quindi morta per overdose, ma probabilmente era completamente lucida quando è avvenuto il decesso. Le immagini estrapolate dalle telecamere della zona non la vedono inquadrata, quindi non si sa se Sanae fosse in compagnia di qualcuno. Si attendono ora, entro la fine del mese, i risultati dei tamponi analizzati dal Ris di Parma alla ricerca del Dna di altri soggetti. Si pensa che la donna, non si sa per quale ragione, abbia guadato il fiume. Non indossava i pantaloni, che probabilmente si è tolta per non bagnarli, così come la canottiera, ritrovata sollevata sopra la vita. L’indumento era asciutto, ma era ricoperto di sabbia. L’elemento che proverebbe l’attraversamento del fiume, oltre alla sabbia, sarebbero i capelli: la donna li portava lisci, il giorno del ritrovamento li aveva ricci, come se fossero stati bagnati e si fossero poi asciugati increspandosi. Nemmeno i vestiti erano umidi e, poco lontano dal punto del ritrovamento, è stato trovato il suo giubbino, forse trascinato dalla poca acqua del Serio. Sanae aveva cinque figli, due maggiorenni, gli altri tre, minori, erano stati dati in affidamento. Nei prossimi giorni il pubblico ministero Giulia Angeleri firmerà il nulla osta alla sepoltura e la salma sarà finalmente restituita alla famiglia, che potrà così porgere l’estremo saluto.
Commenti
Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!