Tessile in crisi in Valle Seriana
“La recente dichiarazione di cessazione dell’attività da parte del Cotonificio Zambaiti che occupa circa 50 lavoratori o di Confezioni Donatella con 47 dipendenti che si avvia a chiudere l'attività dopo cinquant'anni di storia, sono solo due emblematiche situazioni che si affiancano alla crisi che moltissime realtà medio piccole si trovano ad affrontare”, a dirlo è la Cisl che mette in evidenza la crisi del tessile anche nella laboriosa Valle Seriana. E questi non sono gli unici casi, essendo che il sindacato gestisce diversi altri tavoli di crisi. Si tratta di una perdita pesante, che colpisce non solo l’occupazione ma anche il patrimonio produttivo e culturale del territorio. A generare il tutto la concorrenza internazionale spietata, soprattutto da Cina, India e sud est asiatico in generale, così come dall’Europa dell’Est, dove i costi di produzione sono molto più bassi: una concorrenza basata solo sui costi, perché le aziende orobiche ma in generale il made in italy storicamente punta su qualità, puntualità di consegna, servizio al cliente e unicità del prodotto, caratteristiche che permettono di eccellere nel settore. In Valle Seriana, molte grandi aziende contano casse richieste e effettuate per oltre 3.000 lavoratori. Ma ci sono anche esempi virtuosi, frutto di investimenti innovativi. Parliamo di realtà che esportano con successo, valorizzando qualità e servizio- tuttavia, anche per queste aziende la situazione non è semplice, la qualità, sempre più spesso, non viene riconosciuta, né adeguatamente retribuita dal mercato. Altro dato certo la mancanza di ricambio generazionale: infatti è sempre più raro trovare giovani disposti a lavorare nel tessile, settore che è sempre meno appetibile, nonostante resti un elemento distintivo dell'industria italiana e del Made in Italy.
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