Assolta dall’omicidio del marito

Caryl Menghetti uccise il marito Diego Rota, tra il 25 e il 26 gennaio 2024 mentre dormiva nella loro casa di Martinengo, colpendolo con 17 coltellate, mentre la loro bimba di 7 anni dormiva nella stanza vicina. La Corte d’assise di Bergamo, presieduta dalla giudice Patrizia Ingrascì ha assolto Caryl perché ha agito in uno stato di totale incapacità di intendere e volere al momento del fatto. La donna tornerà nella Rems dove già attualmente si trova, a Castione delle Stiviere, per almeno nove anni. Ricordiamo che Caryl, la mattina del delitto, fu portata in ospedale a Treviglio, e poi dimessa. La figlia di Rota e Menghetti è stata affidata alla zia paterna. Un primo episodio di malessere per Caryl ci fu nel 2020, per poi ripresentarsi nel gennaio 2024, quando culminò con il tragico omicidio del marito. La donna aveva iniziato a stare poco bene la sera prima, non riusciva a dormire e girava per casa. Il 25 mattina aveva iniziato a dare in escandescenze, farfugliava, parlava del dover proteggere la bimba e veniva portata in ospedale. Era terrorizzata dai pedofili e ha «polarizzato» la sua angoscia verso il marito che se un rimprovero può ricevere è che “le ha voluto troppo bene”, ha rilevato la pm. La donna, come noto, veniva dimessa con una terapia farmacologica e la notte uccise il marito. Poi, fece una videochiamata alla sorella. Era sporca di sangue e diceva frasi senza senso. «Tranquilla, la bambina sta bene, venite a casa». E’ stata la sorella ad allertare i carabinieri prima di mettersi in viaggio verso Martinengo. Da un pericolo “immaginario” è scaturita “una violenza inconsulta”.

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