Le imprese faticano a trovare lavoratori
La provincia di Bergamo nei prossimi 20 anni si troverà a fare i conti con una carenza di personale di circa 85mila unità: in un contesto estremamente dinamico, è in continuo aumento la quota di imprese in difficoltà nel reperimento delle necessarie figure professionali, mentre l’altra faccia della medaglia è rappresentata dalle aziende che i talenti faticano a trattenere. Sono alcune delle indicazioni che emergono dall’indagine “I numeri per le risorse umane” realizzata da Confindustria, con la collaborazione delle Associazioni del sistema, fra cui Confindustria Bergamo. La ricerca, svolta tra febbraio e aprile di quest’anno, fornisce informazioni per il 2024 sulle evoluzioni del lavoro e le politiche di gestione nelle aziende associate. Hanno aderito a livello lombardo 733 imprese dell’industria e dei servizi, con 149.900 dipendenti e, a livello provinciale, 106 realtà con 21.800 dipendenti, in maggioranza manifatturiere. L’indagine è corredata da un focus più generale sul mercato del lavoro a Bergamo. Fra i punti rilevanti, il bassissimo livello di disoccupazione, già tradizionalmente contenuto e sceso ulteriormente dal 2,9% medio all’1,6% medio. Da segnalare anche la crescita del tasso di attività femminile. In particolare, nella fascia fra i 25 e i 34 anni, il divario rispetto all’analisi di un anno prima si è quasi dimezzato e all’88,6 % di tasso di attività maschile corrisponde un tasso femminile del 77,4%. Tornando ai risultati dell’indagine, come anticipato, si evidenzia la difficoltà nella ricerca del personale. Il 76% delle imprese bergamasche con posizioni aperte ha segnalato criticità, contro il 61% del livello medio lombardo. In merito alle politiche di assunzione, la retribuzione d’ingresso dei neolaureati varia fra i 26.315 euro annui lordi e i 28.740 euro a seconda del tipo di laurea.
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