Muore colpito da un masso nei pressi del Curò

E’ precipitato per una ventina di metri dopo essere stato colpito da un masso alla testa, perdendo la vita sotto gli occhi della moglie e le figlie, mentre percorreva il sentiero a poca distanza dal rifugio Curò a Valbondione. All’arrivo dei sanitari, giunti a bordo dell’elicottero decollato dall’ospedale Papa Giovanni XXIII° di Bergamo, per Fabio Pilenga, 53 anni di Stezzano, non c’era purtroppo più nulla da fare, l’uomo era già in arresto cardiaco. Quello che doveva essere un tranquillo sabato in compagnia dei famigliari, si è trasformato in tragedia. L’allarme al Nue 112 è scattato alle 17.20. Una tragica fatalità, che non è stato possibile evitare. Pilenga infatti è stato colpito in pieno dal masso che lo ha fatto precipitare. La moglie e le figlie fortunatamente sono rimaste illese, anche se chiaramente sotto choc. Constatato il decesso, i carabinieri della Compagnia di Clusone hanno avvisato il sostituto procuratore di turno, Emma Vittorio, che ha disposto la restituzione della salma ai familiari e dato il nullaosta alla sepoltura. Il corpo del 53enne è stato recuperato e trasportato con l’elicottero nella casetta del Cnsas di Valbondione, dove sono giunti i carabinieri della stazione di Ardesio per gli accertamenti del caso. In serata è stato trasferito a Stezzano. La tragedia è avvenuta a circa 1800 metri di quota, in un tratto, che non presenta difficoltà e resta comunque il più frequentato dagli escursionisti che intendono raggiungere il rifugio ma anche dagli appassionati di mountain bike, visto che le pendenze non sono mai proibitive. Da parte sua il sindaco di Valbondione, pur precisando che probabilmente la tragedia sarebbe potuta succedere ugualmente, sottolinea la necessità di prestare maggior cura alla montagna. “Il sentiero che va al Curò e quello che dal Curò arriva al Barbellino, precisa, sono lasciati all’incuria”.

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