Aumentano gli infortuni in bergamasca
15 morti in sei mesi in Bergamasca. Parliamo di persone uscite di casa per andare al lavoro che non hanno più fatto ritorno. Persone uccise da una tragedia in azienda o sul cantiere, oppure rimaste coinvolte in un incidente mortale durante il tragitto casa-lavoro. È questo il pesante bilancio riportato nelle statistiche dell’Inail, aggiornate fino alla fine di giugno. La provincia di Bergamo paga un forte tributo, legato soprattutto agli infortuni in itinere, quelli che avvengono nel viaggio casa-lavoro e viceversa. Confrontando il dato col “registro infortuni” di Regione Lombardia, basato sui rilievi delle Ats in materia di sicurezza sul lavoro, emerge che 5 episodi mortali sono avvenuti nel contesto lavorativo, dunque le altre 10 denunce riguardano gli infortuni in itinere, che confermano l’ aumento delle vittime della strada rilevato nei mesi in esame in terra orobica. Una crescita a Bergamo più che altrove. Qui si è passati dalle 9 del primo semestre 2024 alle 15 del 2025, in controtendenza rispetto al calo delle denunce osservato a livello regionale (dalle 86 di gennaio-giugno 2024 si è scesi alle 78 di gennaio-giugno 2025), e la provincia di Bergamo è la seconda in Lombardia per numero di denunce d’infortunio con esito mortale: solo l’area metropolitana Milano – che ha quasi il triplo degli abitanti – fa peggio, arrivando a 21 casi mortali, mentre Brescia si ferma a 12.
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