Sangare è capace di intendere e volere

La psichiatra Giuseppina Paulillo è giunta alla stessa conclusione della collega, che eseguì una prima valutazione nell'ambito del processo per maltrattamenti ai danni della sorella e della madre di Moussa Sangare: l'imputato ha problemi, ma non tali da configurare il vizio di mente, quindi può sostenere il processo per l’omicidio di Sharon Verzeni, accoltellata la notte tra il 29 e 30 luglio 2024 a Terno d’Isola, previsto per il 22 settembre. La 32enne e il suo assassino nemmeno si conoscevano. Al posto suo, quella sera, in via Castegnate, poteva esserci chiunque. Secondo la dottoressa Paulillo, Sangare ha un disturbo ma non tale da configurare un vizio di mente. Nemmeno parziale. Durante le sedute, sarebbe apparso lucido, collaborativo, curato nell’aspetto, in uno stato di buon compenso psichico. Insomma, nessun disturbo sembra impattare sulle sue funzioni cognitive a tal punto da renderlo incapace. Ad emergere è la evidente assenza di rimorso. Appare tranquillo, rilassato, indifferente. Banalizza, minimizza. Dice che va tutto bene, perché ha imparato a non pensare. Sangare avrebbe una visione di sé improntata alla grandezza. Si sentirebbe speciale, avrebbe fantasie irrealistiche di successo, sogna di fare soldi con la musica rap, manifestando un costante bisogno di ammirazione, perché dietro i progetti di grandiosità c’è un’autostima che vacilla. La prossima udienza è in calendario per il 22 settembre alle 10.30, un’udienza che sarà incentrata proprio sulla illustrazione dell’esito della perizia.

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