Il grande valore della zootecnia
La zootecnica e il valore che crea, in termini economici, sociali, culturali e ambientali, è stata al centro del convegno che questo giovedì 28 agosto ha riunito esperti del settore chiamati da Coldiretti Brescia a confrontarsi con le istituzioni nell’ambito della 77esima Fiera di Orzinuovi. Dalla provincia più zootecnica d’Italia e una delle più importanti a livello nazionale in termini di fatturato dal campo alla stalla, arriva un appello a difendere uniti - produttori, trasformatori, distributori e istituzioni – un settore che, come ha dichiarato la presidente Laura Facchetti, “non è come tutti gli altri, ma è la base su cui poggia l’intero edificio economico, sociale, ambientale dell’Europa.” Fare sentire a Bruxelles e sui mercati internazionali, la voce ferma e forte della filiera agroalimentare italiana e delle istituzioni italiane è fondamentale in un momento in cui l’Europa, al contrario di quello che stanno facendo Cina e Stati Uniti che nell’agricoltura investono cinque volte le risorse dell’Europa - taglia del 20% i fondi della Pac, togliendo ossigeno al settore, non introduce il principio di reciprocità da anni reclamato da Coldiretti per far sì che le regole e gli standard di produzione imposti ai produttori agroalimentari europei (come quelli su pesticidi, benessere animale e qualità) siano rispettati anche dai prodotti importati da paesi extra-UE, asseconda l’ingresso di prodotti come la carne prodotta in laboratorio o politiche green che demonizzano un settore come la zootecnia che invece vanta più alti standard a livello mondiale per quanto riguarda benessere animale, la sicurezza alimentare, la sostenibilità ambientale e la sicurezza dei lavoratori. Oggi la filiera agroalimentare, che dà lavoro a 4 milioni di persone in Italia, vale 707 miliardi. Non c’è settore produttivo che produce di più: due anni fa ne valeva 620. Oggi le esportazioni raggiungono i 69 miliardi di euro, rispetto ai 35 di dieci anni fa. Sul presente e sul futuro di prodotti made in Italy tra i più esportati, come il vino, la pasta, l’olio o i formaggi, pesano le incognite dei dazi introdotti dall’amministrazione Trump e le politiche economiche degli Stati Uniti ma anche della Cina e di paesi emergenti come India e Africa cui si contrappongono politiche economiche europee spesso miopi e non competitive, come lo sforamento del patto di stabilità dei singoli Stati Membri, senza l’emissione da parte dell’Europa invece di Eurobond per sostenere l’economia reale. Coldiretti continua a credere fortemente nella forza dell’Europa ma continua chiedere un’Europa diversa, gestita dai politici e non dai burocrati, che risponda al mandato dei cittadini europei. Ricordando chi ha combattuto al fianco degli agricoltori, come Michelangelo Zucchi, vicepresidente e dirigente di Coldiretti Brescia che aveva iniziato il suo percorso nell’associazione proprio ad Orzinuovi, e con lo sguardo rivolto ai giovani agricoltori che hanno in mano il futuro del Paese, Coldiretti prosegue la sua battaglia per garantire un giusto reddito a tutte le imprese agricole e a tutti gli imprenditori agricoli, vera forza dell’organizzazione e motore economico del Paese. Per anni l’agricoltura ha rincorso le emergenze, così come le politiche agricole, per cui si sono rincorsi indennizzi e risorse, in un clima di incertezza legata al meteo, che può danneggiare raccolti e strutture, e alle politiche economiche, ma ora il settore vuole maggiore stabilità investendo sulla prevenzione, sulla pianificazione, sull’innovazione e potendo contare su politiche certe. La cooperazione tra i diversi attori della filiera per questo è fondamentale. Sotto la guida del Presidente Nazionale Ettore Prandini, con 20 federazioni regionali, 95 interprovinciali e provinciali, 869 uffici di zona e più di 3500 sezioni comunali in tutta Italia, la più grande organizzazione agricola d’Europa continua, mobilitazione dopo mobilitazione, convegno dopo convegno, iniziativa dopo iniziativa, a creare dialogo e confronto per mettere al centro il ruolo degli agricoltori.
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