Giustificato il calo passeggeri a Orio
Il primo semestre di attività dell’aeroporto di Bergamo si è chiuso con un calo del 3,5 %sul totale dei passeggeri. Il mese di giugno, l’ultimo rilevato da Assaeroporti, mostra 9.477 tra decolli e atterraggi (-6%) e 1.542.778 passeggeri pari a un -4%. Il calo più vistoso è quello dei viaggiatori dei voli nazionali, sceso del 10% rispetto al 2% di quelli internazionali. Dati che portano il totale della prima metà dell’anno a 50.477 movimenti e 8.123.809 passeggeri pari a -3,5: un anno fa il totale era di 8.418.766 con un aumento del 10% sul 2023. Se si analizza i dati delle compagnie, si scopre che la carenza di aerei non sembra però causare grossi problemi a Ryanair, che ha chiuso il mese di luglio con un nuovo record mensile di traffico passeggeri, trasportando 20,7 milioni di viaggiatori. Per Giovanni Sanga, presidente Sacbo, società che gestisce l’aeroporto di Orio, non è un problema, assolutamente. “È un calo fisiologico che avevamo annunciato già lo scorso anno. Il nostro scalo nel 2024 aveva battuto tutti i record, toccando quota 17 milioni e 340 mila passeggeri, non potevamo salire ulteriormente. D’altro canto, dopo il Covid la nostra crescita è stata davvero fortissima. Consideriamo che nel 2019 eravamo a tredici milioni di passeggeri e che nel 2020 si era registrato il calo che sappiamo: da allora siamo l’aeroporto italiano che è più cresciuto in termini percentuali. Ora bisognava, per forza di cose, rallentare. Se dopo il record dello scorso anno, fossimo andati avanti superando i diciotto milioni di passeggeri avremmo avuto le critiche di chi si preoccupa per l’ambiente e non soltanto. Avevamo programmato un calo del cinque per cento e, più o meno, così è stato”.
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